(M. Cecchini) Dov’eravamo rimasti? Al 6 settembre, a una Palermo improvvisamente ammutolita, ad una festa diventata a metà. Eppure, per Daniele De Rossi, il Renzo Barbera non è uno stadio come tutti gli altri. In quell’impianto, in una notte di settembre del 2004, è diventato azzurro. E non un esordiente qualsiasi, bensì un goleador da «prima volta», in grado di far dire all’allora c.t. Marcello Lippi: «Diventerà forte come Gerrard e Lampard». Cento presenze in Nazionale più tardi, la profezia può dirsi in qualche modo avverata, anche se nel calcio le caratteristiche e i rendimenti di ognuno sono difficili da confrontare. La festa di Palermo però, poco meno di un mese fa, ha corso il rischio di andare in archivio malamente, visto che un fallo di reazione di De Rossi su Mitsanski costò all’azzurro una espulsione e all’Italia una fetta di secondo tempo da brividi prima dell’urrà conclusivo.
RICADUTE E PREGIUDIZI Ma il tempo passa e così oggi l’azzurro ritroverà Palermo da capitano di una Roma incerottata nel morale e nel fisico. Le critiche di un mese ma, ovviamente, hanno fatto restare male De Rossi, che pure in carriera ha un grappolo di espulsioni da farsi perdonare. Occhio però, perché più che il numero, a condannare il giocatore è stata la vistosità di certi falli (un paio di gomitate, un paio di manate) unita a un carattere non certo remissivo. In generale il suo score da cattivo parla di 370 presenze e 8 espulsioni in Serie A, 72 presenze e 2 espulsioni nelle coppe europee e 101 presenze e 2 espulsioni in Nazionale. Una media da duro, ma non da cattivo, anche se proprio il «rosso» di Palermo gli vieterà i due prossimi impegni azzurri, quello in Azerbaigian e (soprattutto) quello contro la Norvegia nel «suo» Olimpico.
ESAMI PER TOTTI Motivo in più, forse, per vivere la partita di oggi come una sorta di risarcimento nei confronti del destino. Toccherà a lui in fondo guidare la Roma fuori dalle secche, indipendentemente dal ruolo che occuperà in campo. Possibile che resti confermato ancora come leader (dai piedi buoni) della difesa, ma non è escluso che Garcia scelga di rispostarlo in mediana per dare più geometrie al reparto rispetto a Nainggolan e, nello stesso tempo, fornire più copertura in quel caso a Castan, qualora si scegliesse di farlo rientrare in una partita tanto delicata. In ogni caso, una cosa è certa: con Totti fuori gioco ancora per una ventina di giorni – domani sono previsti nuovi esami alla coscia infortunata – De Rossi è la «faccia» della Roma, anche perché, dopo Palermo, sarà a una sola partita da quota 500 in giallorosso. Un traguardo da festeggiare, se possibile, senza vedere già in soffitta quel sogno chiamato scudetto.