(C. Zucchelli) Un anno fa di questi tempi, dopo 6 giornate di campionato, la Roma era prima in Italia come possesso palla (60.63%), ma tra le ultime come tiri nello specchio della porta (22). La squadra, quindi, teneva tanto il pallone ma in modo sterile, senza esse-re né cinica né concreta. Oggi, che di giornate ne sono state giocate 7, il mercato sembra aver dato i suoi frutti: il possesso palla è aumentato (64.36%), ma sono aumentati anche i tiri nello specchio: 50. Numeri, al momento, senza rivali in Serie A. Gli arrivi di Dzeko, Salah e Lago Falque nel reparto offensivo, la buona vena di Pjanic e Gervinho (già 3 reti) e l’utilizzo di un ex esterno alto come Florenzi in difesa, hanno portato la Roma ad ave-re molte più possibilità di inquadrare la porta avversaria.
ESERCIZI D’altronde, se a Garcia spesso è imputato di curare poco la fase difensiva, lo stesso non si può dire per gli schemi offensivi, che vedono una Roma alla costante ricerca del possesso palla e del gioco d’attacco. Il primo anno col francese in panchina la sintesi era perfetta e dopo 7 giornate erano arrivate 20 reti, lo scorso anno ci si era fermati a 14, in questa stagione la quota è 17: non c’è ancora la (quasi) perfezione del 2013, ma i miglioramenti ci sono.
BOSNIA AL COMANDO Sempre in tema di attaccanti, nella Roma il giocatore che finora ha effettuato più tiri (nello specchio e non) è Edin Dzeko, il bomber che Garcia ha cercato e voluto per mesi. Il bosniaco però è in buona compagnia visto che lo stesso numero di tiri (16) li ha effettuati il connazionale Pjanic. Inseparabili, Mire ed Edin, anche in questo. Dai piedi del centrocampista, poi, passa la maggior parte del gioco della Roma e magari sarà (anche) per questo che i giallo-rossi, oltre ad essere più concreti, sono anche più precisi, perché non solo tengono il pallone per più di un’ora, ma lo fanno bene, senza buttarlo mai, con 1’81% di giocate utili di media. L’unica cosa che va aggiustata è la mira: se i tiri nello specchio sono 50, quelli fuori sono 52 e i legni colpiti 3. Gli esercizi a fine allenamento hanno sì portato risultati, ma la strada è ancora lunga.