(B. Saccà) – L’annuncio storico, ad essere esatti, lo ha diffuso il romanista Radja Nainggolan. «Prima nel ranking Fifa. Incredibile», ha scritto su twitter, sia in olandese che in italiano. Erano le 23.26 di martedì, e il Belgio del ct Marc Wilmots aveva appena sbriciolato Israele a Bruxelles grazie a Mertens, a de Bruyne e ad Hazard (3-1), e aveva soprattutto concluso l’avventura nelle qualificazione europee al comando del girone B con 23 punti. Uno sfrecciare così meraviglioso che perfino i numeri si sono emozionati: e a novembre incoroneranno il Belgio comemigliore nazionale del mondo. Numero uno della classifica della Fifa,mai accaduto, sorpassate di netto la Germania campione e l’Argentina di Leo Messi. È chiaro che gli statistici abbiano subito setacciato gli archivi, scoprendo che il Belgio sarà l’unico Paese della storia a volare in vetta pur non avendo mai vinto un torneo internazionale. È una mutazione: diventare grandi, senza esserlo per tradizione. Non fosse abbastanza, i Diavoli rossi si sono pure accreditati agli Europei come teste di serie. Incredibile, per dirla con Nainggolan. «Adesso i nostri avversari ci devono temere», ha proseguito il centrocampista giallorosso, anzi, tanto giallorosso da vestire quei colori nel club e pure in nazionale.
FORMULA MAGICA Dal 2000 il Belgio non accedeva agli Europei, ma, va detto, allora partecipò solo come organizzatore, al pari dell’Olanda. L’ultima promozione ottenuta sul campo risale quindi alla rassegna ospitata proprio dalla Francia nell’84. Per stupire l’Europa del 2015, Wilmots, peraltro ex senatore belga, ha potuto prelevare un’infinità di gioielli dalla miniera d’oro di un vivaionazionale che si è andato allestendo nel tempo grazie agli investimenti e al lavoro della federcalcio, all’integrazione sociale e a una certa fortuna nella congiuntura complessiva. Sette nomi per tutti: Courtois, Kompany, de Bruyne, Nainggolan, Hazard, Mertens e Benteke. È giovane, il Belgio, planato ai quarti in Brasile: gioca bene e declina trame fluide. E sorprende che ilmomentodelle grandi acrobazie dei Diavoli coincida con il periodo del totale naufragio dell’Olanda, cugina e rivale dei giallorossi. Poi, però, un giorno, qualcuno forse si darà la premura di spiegare perché il Belgio guidi il ranking della Fifa ma sia quinto in quello della Uefa con un vantaggio di soli 0,763 punti sull’Olanda, settima. D’accordo le diverse formule e gli astrusi algoritmi, ma se proprio si deve compiere l’impresa di proiettare il calcio su un tabulato, forse non sarebbe inutile che i calcoli fossero almeno uniformi.