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IL MESSAGGERO Garcia, è il modulo a fare il turn over

Garcia
Garcia

(U. Trani) – Garcia, contro l’Empoli, ha contato fino a 10, presentando l’ennesima formazione diversa dall’inizio della stagione. Mai la stessa, in partenza. Per la rotazione voluta degli interpreti che è abitudine di quasi tutti i tecnici quando devono affrontare pure gli impegni infrasettimanali e per l’emergenza dettata dagli infortuni di Ruediger, Keita e Dzeko che hanno penalizzato i tre settori. Ma la novità che ha certificato il rilancio in classifica è proprio nella gestione dei calciatori. Il turnover del francese si è ridotto al minimo. Se proprio decide di cambiare, modifica il sistema di gioco. Interviene in corsa, più o meno con gli stessi uomini. Ne ha già schierati 26 compresi Ibarbo, Ljajic e Soleri (debuttante in Champions). Ma adesso si è fermato.

SVOLTA IN BIELORUSSIA – Salito al secondo posto, a 1 punto dalla Fiorentina capolista, Garcia non cambierà certo idea domani a Leverkusen contro il Bayer. La virata, improvvisa e decisiva, proprio in Champions: il 29 settembre all’Arena di Borisov. Al minuto 39 del primo tempo, fuori Vainqueur e dentro Iago Falque. I 3 schiaffoni hanno determinato l’aggiustamento tattico: ecco il 4-4-1-1 (a volte, come contro il Bate fino all’intervallo, prende corpo il 4-2-4). Lasciò poi negli spogliatoi Iturbe, inserendo Torosidis. Fuori la punta, dentro il terzino. Mossa tutt’altro che difensivista, tant’è vero che la Roma sfiorò la rimonta: traversa di Florenzi. Quella sera il francese trovò l’equilibrio che adesso accompagna i giallorossi nella risalita. Gli interpreti della gara di 20 giorni fa, scelti per cercare di recuperare le 3 reti di svantaggio nella ripresa, sono gli stessi del primo tempo di Palermo e per dieci-undicesimi quelli in campo dall’inizio contro l’Empoli. L’unico avvicendamento in difesa: Castan. Anche per far riposare Nainggolan, dopo le due gare con il Belgio. A centrocampo è salito De Rossi. Sembra passata una vita dalla sfida contro il Sassuolo (1 mese fa): 6 cambi.

STESSA TRACCIA – Il copione, dunque, resta identico. Reparti stretti, per non rischiare, e ripartenze veloci. Senza Dzeko come punto di riferimento, l’anarchia offensiva di Salah e Gervinho viene sfruttata in campo aperto. Soluzione di convenienza, in assenza del centravanti, per fare punti nel modo più pratico e più efficace. Il pressing dell’Empoli ha in parte guastato il piano che risultò perfetto a Palermo prima della sosta. Di qui la scelta di proporre il quarto sistema di gioco stagionale: il 4-3-1-2 (gli altri 2: il 4-2-3-1 e il 4-3-3 che usato in 5 gare su 10). Iago Falque a fine primo tempo da trequartista, Florenzi mezzala a centrocampo e Gervinho e Salah larghi e non più uno in fila all’altro. L’assetto è servito per chiudere la partita, anche se poi la differenza l’ha fatta il singolo. Perché quando non basta la tattica, serve la qualità. Punizione di Pjanic e partita finita lì, anche perché il dinamismo di Nainggolan, dentro per Iago Falque, ha aiutato la Roma nel momento cruciale. Lo spartito, usando gli stessi interpreti, esalta il coro. E i singoli: guarda caso i migliori finalizzatori, con 4 reti a testa, sono Pjanic (sia quando fa il regista sia quando sale da trequartista), Salah e Gervinho (l’unico dei 3 ad aver fatto centro anche in Champions). L’attacco è il primo della serie A: 20 gol in 8 gare, con 11 marcatori diversi (12 con la rete di Torosidis a Borisov).

QUESTIONE PERSONALE – La miglior differenza reti (+10, con il Napoli) non basta a Garcia: la Roma non riesce proprio a chiudere le gare senza subire gol (è successo solo a Frosinone). Le cifre della sua gestione sono peggiorate: 1 rete presa il primo anno, 4 il secondo e 10 il terzo. Ma il francese ha spesso chiarito come molti gol sono nati da errori individuali. Proprio per questo sta insistendo sugli stessi uomini. Per migliorare la sintonia tra loro e ridurre le gaffe ad personam. In attesa di avere al meglio sia Castan che Ruediger.

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