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IL TEMPO La rinascita di Maicon

 

Maicon
Maicon

(A. Austini) È finito? Insomma. Un assist e un gol di potenza come ai bei tempi, un passaggio per Florenzi di quelli di alzarsi in piedi e applaudire per cinque minuti, un secondo tempo di gestione e concluso in campo nonostante un colpo alla spalla, segno di una condizione più che accettabile. Maicon è la prova di quanto sia difficile trovare posto in questa Roma. Un campione, per carità con i suoi acciacchi e gli anni che corrono, ma che farebbe comodo a parecchie squadre e invece per Garcia, finora, è un rincalzo extralusso.

Lui non la sta prendendo benissimo, com’è giusto che sia. Ma la rabbia se la tiene dentro e anche nelle parole post-Udinese non si toglie alcun sassolino. «Io sto bene e ho voglia di giocare, penso si sia visto. Non mi ha mai toccato – dice Maicon – il fatto di avere più o meno spazio. Cerco di fare il mio lavoro ogni giorno a Trigoria e di dare il massimo quando gioco, di sicuro la gente è contenta se fai bene. Oggi Garcia aveva bisogno di me e spero di avere aiutato lui e la squadra».

Altroché se li ha aiutati. La Roma «riscopre» un giocatore che ha ancora qualcosa da dire, come s’era già visto contro il Carpi. Il suo dito davanti alla bocca dopo il gol è sembrato un’esultanza polemica, ma lui da esperto e navigato qual è nega. «Ce l’avevo con il mio procuratore che ultimamente mi telefona un po’ troppo. È una cosa nostra, io cerco di fare il mio lavoro. La partita di oggi è stata più facile perché l’abbiamo sbloccata subito. Nel secondo tempo abbiamo gestito un po’, l’importante era prendere i tre punti per restare in vetta perché le altre dietro non si fermano».

E adesso l’Inter, la sua ex squadra che per un motivo o per un altro non è mai riuscito ad affrontare con la Roma. «Sono a disposizione del mister, se conterà su di me sabato andrò in campo per dare il meglio di me. Non è una partita come le altre per me, sono stati sei anni importanti in cui abbiamo vinto tanto, l’Inter rimane nel cuore, anche se adesso è un’altra società. Ora io difendo la Roma, amo la città e i suoi colori. La gara sarà difficile, sappiamo che San Siro è uno stadio che carica tutti i giocatori, Mancini sta costruendo un’identità alla sua squadra: ha chiesto dei grandi giocatori e non è semplice gestirli. Noi vogliamo lottare fino alla fine per il titolo. Ma – avvisa Maicon – è presto per parlare di scudetto. Io ne ho vinti tanti in carriera e so quanto sia lunga la strada».

Se c’è da trovare un difetto nella serata, è il «solito» gol incassato. «Può capitare – spiega Manolas – di distrarsi un attimo dopo il 3-0. Vedrete che tra poco inizieremo a chiudere le partite con la porta inviolata». Il greco è un altro dei grandi protagonisti, ma per lui non è una novità. «Siamo una grande squadra, stiamo divertendo la gente e dobbiamo insistere. Sabato abbiamo una grande sfida con l’Inter e vogliamo vincere. Sono contento di aver servito l’assist a Gervinho dopo quello a De Rossi con il Bayer. L’intesa con Rudiger? Migliora di partita in partita».

Il tedesco è sembrato in progresso e dopo la partita ha mostrato su Instagram una foto nello spogliatoio che lo ritrae insieme a De Sanctis e Gervinho. «Conquistata la vetta – scrive Rudiger – adesso la difendiamo». Il gioco c’è, il gruppo pure. Ieri cena all’Olimpico prima di tornare a casa. Da stamattina si prepara un’altra missione. Possibile.

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