(M. Mensurati) La fretta gioca un brutto scherzo a Claudio Lotito. La Toyota Italia ha fatto causa al presidente della Lazio: motivo del contendere, un pacchetto di multe prese con la vettura, di proprietà della compagnia automobilistica ma in uso al presidentissimo biancoceleste, che però ritiene di non doverle pagare. In totale, qualcosa come 70mila euro di sanzioni amministrative: non proprio briciole. E tutte maturate, appunto, per eccesso di velocità.
Un nuovo problema che vede coinvolto il consigliere della Federcalcio di Carlo Tavecchio, a cui la Toyota aveva concesso una vettura in comodato d’uso gratuito, pratica abituale non soltanto con personalità del mondo sportivo. Una sorta di “prestito”, formalmente intestato all’autista del presidente laziale, Luca Polce. Durante il periodo di comodato, però, la macchina è stato ripetutamente inquadrata dagli autovelox, con conseguenti sanzioni per eccesso di velocità. La Toyota ha pagato il conto salatissimo, come di prassi, per poi chiederne conto al presidente Lotito. Che però di fronte alla richiesta di rimborso ha opposto un netto rifiuto: «Quelle multe sono maturate per necessità di scorta – spiega infatti il legale di Lotito, l’avvocato Gentile – e la Toyota non ha inoltrato istanza al prefetto per farle annullare: il Polce ha lo status di guardia pubblica e aveva quindi la possibilità di infrangere i limiti di velocità».
In sintesi, secondo la tesi difensiva del legale, Toyota avrebbe dovuto verificare la legittimità di quelle sanzioni prima di pagarle. Sanzioni aumentate, sostiene inoltre Gentile, “per la mora maturata, in quanto inizialmente ignorate”. Ma la branca italiana della azienda giapponese non è d’accordo e anzi ha risposto ai tentativi di chiarimento portando Lotito davanti a un giudice, nel tentativo di ottenere il pagamento dell’intera somma sborsata. Le parti stanno scambiando in questi giorni le memorie difensive in attesa della prima udienza civile, attesa a giorni: la possibilità di una mediazione, in questo momento, pare improbabile.
La scorta di Lotito era già stata motivo di discussioni, anche quando di mezzo non c’era il codice della strada: la famosa telefonata con Iodice in cui puntava l’indice contro Carpi e Frosinone accese la furia del sindaco ciociaro Ottaviani, che chiedeva di valutare “l’opportunità o meno di continuare a concedere la scorta ad un uomo che sputa veleno sulla parte più nobile del calcio italiano e sulle istituzioni locali”. Chissà se nel frattempo basterà per non pagare le multe.