(U. Trani) Il miglior attacco fa per la prima volta cilecca in questa stagione e la Roma lascia la testa della classifica. Ma esce da San Siro consapevole della sua forza, pagando solo gli errori dei singoli, sia dietro che davanti. La prestazione è più che accettabile: la seconda sconfitta del torneo dopo 5 vittorie di fila lascia esclusivamente rimpianti. L’Inter, aggiudicandosi 1 a 0 lo scontro diretto (6˚ successo su 7 con il punteggiominimo), sorpassa e torna prima. Mancini si ispira proprio a Garcia: stesso copione dei giallorossi nella trasferta di domenica scorsa a Firenze, anche se a fare la differenza è stato Handanovic più della strategia. Il calcio italiano premia di nuovo la difesa: quella nerazzurra, 7 gol, è attualmente il top del campionato.
PANCHINA PER 2 All’inizio mancano i capitani. La sorpresa della serata diventa sicuramente l’esclusione di Icardi, lasciato fuori da Mancini più per punizione che per altro. L’intenzione è di rinunciare al punto di riferimento in avanti, con Jovetic centravanti mascherato, posizione che gli fu affidata già nella Fiorentina, sempre con Ljajic al fianco. L’ex romanista comincia proprio alla sua sinistra. A destra Perisic. Garcia, invece, non recupera De Rossi e conferma Maicon in difesa lasciando Florenzi a centrocampo. La Roma attacca con il 4-3-3, l’Inter si mette a specchio, anche se in fase difensiva passa al 4-1-4-1, con il sacrificio degli esterni d’attacco. Medel sta davanti all difesa, scortato da Guarin e Brozovic. Più novità, dunque, tra i nerazzurri, 6 rispetto alla partita di martedì a Bologna, con l’ingresso dei terzini da corsa, a destra D’Ambrosio, mai utilizzato nelle prime 10 giornate, e a sinistra Nagatomo. L’unico innesto nell’assetto giallorosso è Salah, assente mercoledì contro l’Udinese perché squalificato.
AGGRESSIVA E SPRECONA La Roma fa la partita e, di conseguenza, costruisce le azioni migliori già nella prima parte. Il pressing alto, con la difesa che da dietro sale verso il centrocampo, serve per disturbare i portatori di palla avversari. Ma gli sprechi si pagano e complicano il match appena passata la mezz’ora. Handanovic è decisivo su Dzeko e Maicon, D’Ambrosio spazza davanti alla porta. Szczesny neutralizza l’incursione di Perisic, ma è poi in ritardo sul destro da fuori di Medel, rasoterra velenoso che Ruediger, rinunciando alla chiusura, gli copre in posizione statica e quindi inutile: 1 a 0 e prima rete del cileno in nerazzurro. L’Inter sfrutta l’agonismo dei suoi interpreti. Nainggolan, invece, da mediano centrale non funziona e Florenzi evapora presto. I nerazzurri arretrano ordinati e disciplinati per non concedere spazi alla Roma che avanza quasi con sufficienza, contando sulla sua qualità e rinunciando al furore.
A SENSO UNICO Il match, dopo l’intervallo, conserva lo svolgimento iniziale. La Roma, però, alza il ritmo. L’Inter non può far altro che arretrare. Si arrende subito Medel, tocca a Kondogbia. Handanovic è sempre protagonista. Su Dzeko e Salah. E addirittura con 3 interventi nella stessa azione su Florenzi, Salah e anche su Murillo. Esce Florenzi, spazio a Iago Falque, da mezzala sinistra. Mancini inserisce Palacio per Jovetic. Pjanic, ammonito per proteste nel primo tempo, si fa cacciare, lasciando i compagni in inferiorità numerica negli ultimi 22 minuti: ingenuo il fallo di mano. Szczesny tiene in partita i giallorossi salvando su Brozovic. Garcia si gioca il finale senza Dzeko: ecco Vainqueur. Ranocchia per D’Ambrosio, con Murillo terzino. La Roma, ora senza centravanti, è pericolosa soprattutto sui calci piazzati. Iturbe per Gervinho è la mossa conclusiva. Inutile come le altre 2. L’Inter è la nuova capolista e chiude il 7˚ match su 11 senza prendere reti.