(D. Stoppini) – Alessandro Florenzi, Roma, 15 febbraio 2015: «Non so più qual è il mio ruolo, sono un po’ confuso. Fare il “tappabuchi” ha i suoi pro e i suoi contro». In nove mesi sono successe tante cose, si è sposato, aspetta un figlio, ha segnato un gol da centrocampo contro il Barcellona. Ma rimane la perenne confusione intorno al suo ruolo. Infatti sette sono le posizioni fin qui ricoperte da Florenzi. Terzino destro, esterno offensivo nel 4-2-3-1, ala nel 4-3-3, intermedio di centrocampo ancora nel 4-3-3, di nuovo esterno alto nel 4-4-1-1: fin qui solo con Rudi Garcia. E poi mettici la Nazionale. Mettici Antonio Conte, che l’ha schierato esterno di centrocampo nel 4-4-2 e intermedio nel 3-5-2. Sette come i peccati capitali, tra cui quello di non addestrarlo davvero alla Dani Alves: mica bastano i dvd. In teoria sette sono pure le meraviglie. A quel punto, forse, sarebbe corretto cambiare metro di paragone: Alaba, non Dani Alves. Campione per campione, meglio inquadrare chi della duttilità ha fatto un capolavoro.