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L’ANALISI di ROMA-BATE Garcia ringrazia Szczesny e…Luis Enrique: Roma agli ottavi tra i fischi

L'analisi della partita
L’analisi della partita
(D.Luciani) – Una qualificazione agli ottavi di finale di Champions League festeggiata da una bordata di fischi. I tifosi della Roma, anche i più ottimisti e pazienti, non se lo sarebbero mai immaginato. Neanche nel più inverosimile degli incubi. La Roma pareggia 0-0 con il Bate Borisov e accede alla fase a scontri diretti grazie all’1-1 che il Barcellona impone in Germania al Leverkusen. Garcia dovrà fare più di una telefonata di ringraziamento a Luis Enrique e dovrà abbracciare Szczesny che ha evitato due volte il gol del BATE. I bielorussi, arrivati per la gara della vita, non andrebbero più del decimo posto in Serie A nonostante una discreta organizzazione di gioco e un paio di elementi di buon valore. Con sei punti, una sola vittoria e un’ultima prestazione al limite dell’indecoroso, la Roma va agli ottavi.

I giallorossi non peccano nell’impegno ma da più di un anno giocano la stessa infinita partita. Compagni che spesso non si capiscono, giocatori a corrente alternata nella stessa partita e poche limpide occasioni gol, costruite soprattutto per dormite degli avversari. Senza Gervinho e con Salah neanche a mezzo servizio, a Dzeko arrivano due palloni in area e li spreca. Iago e Iturbe sono volenterosi ma non incidono, non sapendo quali movimenti fare per essere imbeccati dai compagni. Pjanic va a sprazzi mentre Nainggolan è l’unico a dannarsi l’anima ed impensierire Chernik. Manolas chiude tutte le falle del sempre incerto Rudiger mentre Florenzi e Digne partono troppo alti e già marcati per trovare lo spunto.

Incredibile la situazione Gervinho: inserito nell’undici ufficiale, l’ivoriano prova un riscaldamento personalizzato ma alza bandiera bianca e finisce in tribuna. In panchina va Salih Ucan, perfino inserito da Garcia negli ultimi sette minuti più recupero da ala sinistra. Risultato? Zero palloni toccati e Digne lasciato costantemente in inferiorità numerica.

Il primo tempo si riassume in due tiri centrali da fuori di Nainggolan e una punizione di Pjanic respinta da Chernik. Buonanotte anche agli insonni più incalliti. In apertura di ripresa i giallorossi sembrano scuotersi creando tre occasioni in sei minuti su altrettante disattenzioni del BATE: al 2′ Pjanic mette Dzeko davanti a Chernik ma il centravanti calcia addosso al portiere in uscita. Due minuti e l’ex City viene pescato da Iago ma i difensori bielorussi lo chiudono. Al 6′ è Florenzi a combinare con Dzeko, ma sul suo tiro ravvicinato Chernik si supera deviando in angolo di piede. Al 22′ il miracolo di Szczesny: Volodko sfonda sulla sinistra, serve al centro Gordeichuk sul cui tocco è portentoso il riflesso disperato del portiere polacco. La legge più famosa del calcio vale sempre tranne se di mezzo c’è la Roma: dal gol mangiato al gol subito? No, perché al 27′ Pjanic a porta vuota calcia debole un servizio di Salah consentendo a Milunovic di salvare. Al 32′ altre due grandi occasioni per il BATE: Mladenovic trova i pugni di Szczesny e sulla respinta Stasevich trova il corpo di Gordeichuk finito a terra nel precedente contrasto aereo con Rudiger.

Le squadre finiscono per scoprirsi ma senza riuscire ad incidere. Le ultime due buone opportunità sono per Nainggolan e Salah ma il belga non trova lo specchio col sinistro dal limite mentre l’egiziano, lanciato in aperto contropiede da un rimpallo, calcia alto un rigore in movimento.

I fischi finali riassumono l’esasperazione dei tifosi romanisti. Qualificati, con 14 milioni in più nelle casse della società ma eternamente delusi da allenatore e giocatori. A Napoli colpo di grazia o rinascita da fenice per la gestione Garcia.

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