L’ex capitano del Liverpool e della nazionale inglese Steven Gerrard ha parlato oggi della sua ammirazione per Francesco Totti, soprannominandolo il “Re di Roma”.
Sebbene non abbiano mai giocato insieme, Gerrard – 17 stagioni e 710 presenze con la squadra della sua città – non ha mai fatto segreto del rispetto che nutre nei confronti del capitano giallorosso.
“Totti ha una tecnica eccezionale, è un calciatore fantastico. Il motivo per cui lo rispetto così tanto è perché a Roma tutto il peso grava sulle sue spalle. Totti è il re di Roma. Avendo giocato in una grande squadra come il Liverpool, conosco bene le responsabilità che ti devi assumere e la pressione di dover sempre rendere al meglio e portare a casa i risultati. Ci sono passato anche io, l’ho vissuto sulla mia pelle. A Roma Totti è un idolo e questo comporta inevitabilmente una serie di pressioni. Quindi ho moltissimo rispetto per lui, per la sua continuità nelle prestazioni e per la sua fedeltà alla maglia giallorossa. In Italia è una leggenda.
Credo che solo osservandolo da vicino uno riesca a comprendere quanto sia forte con la palla tra i piedi e nei movimenti tra le linee. Mi ricordo che una volta avevo il compito di marcarlo per poterlo limitare ma lui riusciva sempre a sfuggirmi. Prendeva posizione in maniera molto intelligente, da vero numero 10, e sembrava che la palla fosse incollata ai suoi scarpini. Era molto abile e giocava la palla veramente bene. Per non parlare della sua visione di gioco, riusciva vedere cose in campo che gli altri non riuscivano nemmeno a percepire. Come giocatore, nutro davvero moltissimo rispetto nei suoi confronti. Le nostre strade si sono incrociate un paio di volte e sembra davvero che sia anche un’ottima persona”.
“Ha dimostrato grandissima lealtà ai colori giallorossi e credo si meriti tutti i complimenti che riceve. Non posso far altro che farglieli anch’io”.
“Per me è stato un piacere giocarci contro. E se fossimo stati nella stessa squadra saremmo stati sicuramente sulla stessa linea d’onda”.
“Sarebbe stato bellissimo giocarci assieme. Mi ricordo che quando avevamo Alberto Aquilani in squadra gli chiedevo sempre “Com’è De Rossi? E com’è Totti?”, lui me ne parlava sempre benissimo. Ed è in questi momenti che comprendi il valore delle persone. Diceva che da moltissimi anni si caricavano la squadra sulle spalle e per questo si meritano tutti i meriti e i riconoscimenti ricevuti.”
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Fonte: asroma.it