Quest’anno — inteso come 2015 — la casa della Roma non è stata più tale. Da gennaio ad oggi, tutto è cambiato: dal selfie di Totti contro la Lazio all’esultanza di Acampora dello Spezia, la storia della Roma e del suo stadio si è andata complicando giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Dei 63 punti conquistati nell’anno solare, 30 sono arrivati nella capitale, gli altri lontano. Nelle coppe, nei 90′, una sola vittoria (seppur sofferta quest’anno con il Bayer Leverkusen) su 8 partite disputate tra Coppa Italia, Champions ed Europa League
E pensare che l’anno si era aperto nel migliore dei modi – scrive la Gazzetta dello Sport -, visto il pareggio nel derby: la rimonta firmata dal capitano — e da uno Strootman tornato ai suoi livelli — lasciavano ben sperare. Da quel giorno però, era l’11 gennaio, tante delusioni, tutte in serie: i pareggi contro Empoli, Atalanta, Sassuolo e Parma (a un passo dal fallimento); le sconfitte contro Palermo e Sampdoria; l’1-1 contro la Juve che ha certificato l’addio ai sogni di gloria e la sconfitta ancora contro l’Atalanta sono, in ordine sparso, i momenti che ogni romanista vorrebbe dimenticare. Viceversa, verrebbe da dire a Trigoria, meno male che c’è la Lazio. La Roma l’ha affrontata e battuta 2 volte su 3, una a maggio (anche se in quell’occasione i giallorossi giocavano fuori casa), e un’altra a novembre. Da quel giorno la squadra di Garcia non ha più vinto ed è stata superata persino da quella Juve, partita malissimo, che aveva battuto il 30 agosto grazie ai gol di Pjanic e Dzeko.
Non sono arrivati nemmeno i chiarimenti tra i tifosi, il prefetto Gabrielli e la società. L’Olimpico si è svuotato sempre di più. Lentamente. «Giochiamo in un teatro — hanno detto i calciatori a Garcia e alla società durante i tanti colloqui di questi giorni — e per noi è ancora più difficile». La partita di oggi, la numero 26 in casa, non sarà diversa dalle altre: ci dovrebbero essere poco meno o poco più di 20mila spettatori.