(F. Balzani) – In bilico oggi più di ieri. La panchina di Garcia, il giorno dopo il ritorno alla vittoria che mancava da 42 giorni, è tutt’altro che solida. Ma come: dopo un 2-0 che vuol dire -4 dal primo posto, l’abbraccio della squadra e la conferma urlata di Sabatini? Sì, perché – come aveva detto Pallotta 24 ore prima di Roma-Genoa – «non è il risultato di una singola partita a cambiare una decisione». Figurarci se la partita ha fatto registrare tre tiri in porta in 90’. Il presidente – così come la maggioranza dei tifosi – non ha cambiato idea per non rischiare di rivedere gli stessi errori per tutto il girone di ritorno mettendo a rischio la sacrosanta qualificazione in Champions e un’altra figuraccia contro il Real Madrid dopo quelle con Barcellona e Bayern.
Il disgusto dopo la sconfitta con lo Spezia insomma non è passato e ieri Pallotta lo ha ribadito da Boston ai dirigenti italiani che si sono riuniti per tutta la giornata tra Trigoria e lo studio Tonucci a discutere sul da farsi coinvolgendo anche Boisseau, l’agente di Rudi. La novità, infatti, starebbe nell’apertura da parte di Garcia a rescindere consensualmente il contratto fino al 2018 (a 2,5 netti a stagione) con una buona uscita che accontenterebbe entrambi le parti. L’intenzione era quella di “traghettare” Garcia fino a giugno per poi andare su Conte o Di Francesco, ma ora le cose sono cambiate e da qui al 29, giorno della ripresa degli allenamenti, nessuna ipotesi è da scartare anche se probabilmente le riserve saranno sciolte entro domani sera. Da una parte c’è Garcia, dall’altra Spalletti col quale c’è già un accordo di massima per due stagioni e mezzo a 2,3 milioni. Il toscano, contattato la scorsa settimana, si libererà oggi dal contratto con lo Zenit e non vede l’ora di tornare a Trigoria dove ha portato l’ultimo trofeo vinto dalla Roma (la coppa Italia del 2008). Il francese, invece, prima di partire per Parigi ha salutato i giocatori uno ad uno, ringraziandoli e ricordandogli l’appuntamento del 29 dicembre a Trigoria.
In difesa del tecnico non si è schierata solo la squadra (dopo il gol di Florenzi c’è stato però chi come De Rossi ha detto a Garcia: «Stiamo a gioca male») ma anche Sabatini con frasi decisamente forti: «Scorrerà del sangue oggi, ma non sarà quello del mister». Probabile che il ds si rivolgesse al suo di sangue. In caso di esonero di Garcia, infatti, Sabatini potrebbe lasciare. Non subito visto il mercato di gennaio alle porte, ma forse già prima della fine della stagione. Un’ipotesi che Pallotta vorrebbe scongiurare. Nonostante gli errori, infatti, il presidente americano non vuole privarsi del direttore sportivo che ha portato tante plusvalenze in cassa.