Maicon ci guida attraverso il suo dream team verdeoro. Il terzino giallorosso si sofferma sull’undici ideale composto solo con i calciatori del suo Paese.
Julio Cesar
“Ci ho giocato tanti anni e nei momenti decisivi ha sempre fatto un gran lavoro: non posso non mettere lui nel mio undici ideale brasiliano. Quando eravamo in squadra insieme, capitava che la palla non passasse molto spesso dalle sue parti perché eravamo solidi in difesa, ma quando doveva fare una parata era lì, sempre pronto. E noi lo sapevamo”.
Cafu
“È un’icona del nostro Paese, ha fatto molto per la Nazionale e per le squadre in cui ha giocato. È un grandissimo uomo, anche fuori dal campo. Campione del mondo per tre volte: per un brasiliano non si può chiedere di più”.
Aldair
“Avevo 13 anni quando l’ho visto giocare al Mondiale USA ‘94, faceva coppia con Marcios Santos e mi impressionò come calciatore. Qui a Roma, poi, so che è una leggenda e questo mi fa ancora più piacere”.
Roque Junior
“Nel mondiale 2002 in difesa fece la differenza per la vittoria. Quando l’anno successivo andai in Nazionale ci giocai insieme, ero un ragazzino e guardavo quei campioni in allenamento, tra i quali c’era lui. Formidabile”.
Roberto Carlos
“Come giocatore non ci sono parole: chi gioca a sinistra con la Nazionale brasiliana non può che pensare a Roberto Carlos. Da difensore ho imparato tantissimo da lui. Quando giocava in Brasile spingeva sempre in attacco, mentre in Italia ha imparato tantissimo ed è cresciuto: a coprire era bravissimo. Arrivato in Europa mi sono rispecchiato in lui, perché ho dovuto fare lo stesso percorso”.
Carlos Dunga
“Era un giocatore di carattere, comandava tutta la squadra. Come capitano della Nazionale ha fatto tanto. L’ho avuto come tecnico ma quando giocava già si vedevano le sue caratteristiche e la voglia che aveva di far bene: era un allenatore in campo”.
Thiago Motta
“È italo-brasiliano, ma è nato nel mio Paese, quindi scelgo lui. Mi ha impressionato nei due anni in cui abbiamo giocato insieme: è un centrocampista che sa coprire la difesa e quando esce con la palla al piede fa vedere tutte le sue qualità”.
Ronaldinho
“Ci ho giocato insieme: che qualità che aveva! Dribbling imprevedibili, assist impossibili. Il modo in cui teneva la palla per poi darla agli attaccanti era impressionante. Per lui era tutto facile”.
Rivaldo
“Un campione che non servirebbe nemmeno descrivere. Accanto a Ronaldinho metto lui, un centrocampista con una tecnica formidabile ma con una lettura tattica della partita forse superiore. Nel 2002 fece tanti gol e fu praticamente perfetto”.
Adriano
“Fisicamente era fortissimo, dovevano coprirlo in due difensori. Anche in allenamento era imprendibile. Nelle tante partite giocate insieme lo osservavo dalla difesa: faceva la differenza e guardandolo da vicino si capiva ancora meglio quanto fosse forte”.
Ronaldo Luis Nazario De Lima
“Non voglio usare molte parole perché per me esiste solo un calciatore al mondo: Ronaldo. Per tutto quello che ha fatto e per tutto quello che ha sofferto. È stato il più forte di tutti. Senza dubbio. Un fenomeno”.
Fonte: asroma.com