(S. Carina) – Per comprare a volte non bastano nemmeno i soldi. Soprattutto quando i regolamenti parlano chiaro. La rivoluzione voluta in estate dalla Figc ha imposto da quest’anno 8 giocatori over 21 su 25 di formazione italiana. Dalla prossima stagione, le regole diventeranno ancora più ferree visto che diventerà obbligatoria la presenza di 4 calciatori cresciuti nel settore giovanile del club (anche stranieri, basta che siano stati tesserati dai 15 ai 21 anni almeno per 36 mesi) e 4 appunto di formazione italiana (tesserati per le nostre società, anche più di una, ma sempre per un minimo di 3 anni ed entro i 21 di età). Modifiche normative che molti club in serie A hanno pensato bene di sottovalutare. E ora la miopia estiva rischia di trasformarsi in empasse invernale.
QUESTIONE CAPITALE – Il caso della Roma è uno dei più eclatanti. La lista dei 25 depositata a settembre vede negli over 21 stranieri la presenza di Lobont, Szczesny, Ruediger, Digne, Castan, Maicon, Gyomber, Torosidis, Manolas, Salah, Iago Falque, Pjanic, Keita, Vainqueur, Iturbe, Dzeko e Gervinho. A questi si aggiungono i calciatori di formazione italiana: De Sanctis, Nainggolan, De Rossi, Florenzi e Totti. Nel conteggio non vengono contemplati gli under 21 (ad esempio Uçan e Emerson Palmieri). Più complicato il calcolo nella lista Uefa, visto che figurano 21 calciatori. In questa già non ci sono Lobont, Emerson Palmieri e Gyomber (che tra l’altro avendo già giocato con la Roma e il Catania, non può accasarsi altrove sino a giugno, a meno che non lo faccia in tornei con stagioni sovrapposte rispetto a quella europea). Con la rosa attuale, quindi, i giallorossi possono tesserare soltanto tre calciatori di formazione italiana e sfruttare il posto libero lasciato dalla partenza di Iturbe, per inserire il rientrante Strootman. Ergo, l’arrivo di Perotti comporterebbe la cessione di un elemento in rosa oppure la sua esclusione. E il sistema dovrà ripetersi per ogni straniero acquistato. Per questo motivo rimane più che viva la pista El Shaarawy.
THOHIR COSTRETTO A CEDERE – Ma sono diverse le società che in serie A non se la passano meglio. L’Inter ad esempio in questo momento ha 0 slot liberi. Ha una rosa di 25 elementi già composta ma con l’aggravante di non avere italiani di riserva. Tradotto: alla Pinetina devono cedere o mettere fuori lista qualcuno prima di inserire un nuovo giocatore che sia italiano o straniero. In quest’ottica Mancini sta cercando di liberarsi di Dodò e Ranocchia: senza queste due partenze non può comprare. Non ha di questi problemi la Lazio che ha addirittura tre posti liberi per i nuovi acquisti. Il Genoa – da monitorare in vista della possibile cessione di Perotti alla Roma – ha registrato 22 giocatori, ma solo 6 cresciuti in Italia. A questi, ha aggiunto Rigoni e lo spagnolo Suso. A conti fatti, attualmente ha a disposizione appena uno slot libero ma solo per elementi formati in Italia. Proprio per questo motivo il club di Preziosi, nella ricerca del sostituto dell’argentino, si sta orientando su Cerci e El Shaarawy (che però ha declinato la possibilità, allettato dalla prospettiva Roma) e non su piste straniere. Sia il Napoli che la Juventus possono ancora acquistare senza effettuare cessioni (hanno un posto a disposizione) mentre la Fiorentina è nelle stesse condizioni del club giallorosso: ha già in lista 17 over 21 stranieri e 5 “italiani”. Liberi appena tre slot per calciatori del Belpaese.
SENZA PROBLEMI – Esistono anche club che non hanno di questi problemi. Oltre alla già citata Lazio, il Verona ha 3 caselle libere visto che dopo l’arrivo di Emanuelson è stato ceduto Marquez. Anche il Palermo ne ha tre, il Milan due come la Sampdoria, il Sassuolo, l’Empoli e il Chievo. Il Bologna addirittura quattro e non è un caso se in questo momento sembra essere la società più attiva in entrata. Per tutti comunque l’input da giugno sarà chiaro: comprare sì ma comprare italiano.