(C. Zucchelli) – Inutile dire: Francesco Totti è tornato. Semplicemente non se n’è mai andato. Anche se non segnava dal 22 maggio ed in mezzo c’è stato il mondo. Il mondo romanista s’è capovolto, lui era e resta sempre qua: coi suoi gol (2, su rigore, uno sotto la Nord e uno sotto la Sud che bastano e avanzano per battere il Chievo), coi suoi colpi di tacco, con i baci ai figli in tribuna e a tutto il resto della gente in tutto il resto dello stadio, con la sua sola presenza che è tanto. Tantissimo. Se non tutto. Il resto è una Roma che coglie la prima vittoria del 2012, la terza consecutiva dopo quelle contro Bologna e Napoli e che continua sulla stessa strada tracciata da Luis Enrique: gioco e punti. Gol e vittorie. Anche senza Osvaldo, che prima della partita va a fare le foto con le famiglie nei Distinti Nord, anche senza Rosi, non convocato, ma con Taddei che si sposta a destra e José Angel a sinistra, anche con Gago che parte dalla panchina per dare ancora fiducia a Simplicio. Ci sono Totti e De Rossi, c’è Bojan in attacco con Lamela, ci sono ancora Juan e Heinze al centro della difesa. La Roma comincia col solito e imbarazzante possesso palla, che poco spazio lascia al Chievo. Nei primi minuti il protagonista è Sorrentino: al 4’ Lamela lascia sul posto mezzo Chievo ma trova sulla sua strada il portiere del Chievo che manda in angolo e che, un secondo poco, si ripete su uno splendido tiro di Pjanic. Al 21’ ancora Sorrentino respinge coi piedi un destro di Bojan, bravo a liberarsi di una marcatura al limite dell’area. Il Chievo si affaccia per la prima volta dalle parti di Stekelenburg poco prima della mezzora, quando Thereau entra in area e lascia partire un destro bloccato con facilità, sotto la Sud, dal portiere olandese. La partita cambia al 34’: rigore per la Roma, Lamela entra in area sulla linea dell’out, Frey lo stende con una spallata, sul dischetto va Totti. Gol, maglietta “Scusate il ritardo”, standing ovation dell’Olimpico (Pallotta compreso) e baci in tribuna per Cristian e Chanel. E numeri. Uno solo su tutti: gol numero 208 in campionato. La Roma continua a mantenere il possesso del pallone, Lamela fa una magia sotto la Monte Mario ma il pallone poi sbatte accidentalmente su un giocatore del Chievo interrompendo l’azione nonostante gli applausi, tanti e convinti, di Luis Enrique in panchina. Il primo tempo termina tra i fischi perché Russo interrompe il gioco due secondi prima della fine con Bojan che aveva rubato palla al Chievo tutto buttato in avanti e si involava praticamente da solo verso la porta di Sorrentino. Cambi non ce ne sono, la Roma rientra nella ripresa con gli stessi 11 e con lo stesso imbarazzante possesso palla. Dopo 4 minuti azione simile a quella che ha portato al rigore di Lamela: stavolta il fallo è di Cesar su Bojan ma Russo non concede il penalty che pure c’era perché il difensore tocca lo spagnolo sul piede. Brividi al 7’ quando Pellissier anticipa Taddei solo davanti a Stekelenburg ma manda fuori. Il brasiliano prova a riscattarsi poco dopo quando servito da Simplicio, che a sua volta aveva ricevuto di tacco da Totti, tenta un tiro dal vertice destro dell’area che Sorrentino blocca senza soffrire. Ancora Bojan e Russo protagonisti al quarto d’ora visto che l’arbitro non concede il rigore per un atterramento dello spagnolo in area: l’Olimpico non ci sta e grida “Buffone, buffone”. La Roma non riesce a chiudere la partita e quando Moscardelli (entrato al posto di uno spento Paloschi) è col pallone tutto solo in area la beffa pare dietro l’angolo. Per fortuna ci pensa José Angel, con una spallata, a farlo indietreggiare facendogli perdere l’attimo giusto per tirare. Al terzo tentativo la questione BojanRusso si risolve: lo spagnolo scatta sul filo del fuorigioco, Cesar si butta per terra e ci mette il braccio: rigore, Totti sul dischetto sotto la Sud e gol. E sono 209. Ed è ancora festa. Poi Luis Enrique toglie De Rossi, ovazione per lui, e mette Greco. Poi, a meno di cinque minuti dalla fine, Luis Enrique regala l’ovazione anche a Totti e inserisce Caprari. Quando il Capitano esce tutta la panchina è in piedi ad applaudirlo, compreso – ovviamente – Luis Enrique che lo aspetta per dargli il “5” e abbracciarlo. Finisce così, anzi finisce con Gago che si divora il 3-0 e i sorrisi dello stesso Totti e De Rossi in panchina. Non c’era modo migliore per iniziare l’anno.