(S. Carina) – Tornare per mettersi alle spalle gli ultimi due anni e mezzo. Oggi Strootman torna a vivere. Perché se hai scelto di fare il calciatore e sei fermo guardando gli altri che giocano, sei come un bambino a Natale che ha il naso schiacciato sulla vetrina di un negozio, sperando che il giocattolo bramato per un anno si materializzi d’incanto il 25 dicembre. Per Kevin la sensazione è simile. Il giocattolo che gli hanno sottratto per troppo tempo è il pallone. Ma non solo: l’atmosfera dello spogliatoio, sentirsi parte integrante di un gruppo e finalmente scrollarsi di dosso quegli sguardi impietositi e addolciti di chi aspetta il tuo ritorno senza essere convinto se e quando lo farai realmente. A distanza di 376 giorni dagli ultimi 34 minuti disputati al Franchi (25 gennaio 2015), l’olandese nel pomeriggio tornerà nuovamente in campo per disputare una gara del campionato Primavera contro l’Avellino. Non si giocherà come di consueto sull’erba sintetica dell’Agostino Di Bartolomei ma sull’erba del Testaccio (ore 14,30), proprio per permettere al centrocampista di non affaticare troppo il ginocchio. Ieri, uscendo da Trigoria, Strootman si è fermato per foto e autografi con i tifosi. Di ottimo umore, tanto da prestarsi ad un video di compleanno per una ragazza, l’ex Psv si è lasciato sfuggire un paio di battute: «Se giocherò con la Primavera? Sì. Spero di rientrare presto, non vedo l’ora».
ESCLUSI – Nemmeno la notizia (comunicatagli un paio di giorni fa) di non far parte della lista Champions gli ha tolto il sorriso. La decisione, sofferta ma condivisibile, è stata di Spalletti. Fosse dipeso dalla società, probabilmente Kevin (che seppur dispiaciuto ha compreso la scelta) sarebbe rientrato in extremis. Ma il tecnico toscano ha deciso diversamente. E come accade ultimamente, anche stavolta c’è poco da eccepire. La Roma giocherà la prima gara contro il Real Madrid il 17 febbraio, tra 12 giorni. Impensabile ritenere l’olandese già pronto. E anche tra un mese (8 marzo), puntare su un Kevin già decisivo o perlomeno utile dopo due anni e mezzo ai box (intervallati da 318 minuti di vani tentativi in campo) appare alquanto inverosimile. Dunque spazio a chi sta meglio fisicamente, non sconfessando un credo che è diventato la stella polare del Lucio 2.0. Ecco i 22: Rudiger, Digne, Nainggolan, Castan, Perotti, Dzeko, Totti, Salah, Maicon, Iago Falque, Pjanic, De Rossi, Keita, Vainqueur, El Shaarawy, Florenzi, Szczesny, De Sanctis, Torosidis, Manolas, Ucan e Zukanovic.
IL CALVARIO – Un calvario, quello dell’olandese, che ha visto il campione orange scendere in campo per appena 6 spezzoni di gara dopo la prima operazione (9 marzo 2014), quando a Napoli riportò la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Poi il nuovo stop: il 30 gennaio del 2015 è costretto ad un nuovo intervento che nelle idee originali doveva essere ‘riparatore’ del primo. Ma anche stavolta l’operazione non produce gli effetti sperati. Il suo ritorno in campo slitta di settimana in settimana. A fine agosto, alza nuovamente bandiera bianca. Convinto da Totti, dopo aver effettuato diversi consulti medici in Germania, Olanda e negli Usa, Strootman si reca dal professor Mariani. Al luminare italiano basta una visita per capire e spiegare modi e tempi dell’operazione (e del recupero). Kevin finisce sotto i ferri per la terza volta consecutiva. L’ultima. Comincia una nuova vita.