(A. Serafini) Questa volta il sorriso smaschera la soddisfazione. Sembra anche essere cambiato il modo di esultare ad ogni gol da quando è tornato Luciano Spalletti, il primo a mischiarsi nel gruppo che ieri sera ha festeggiato la quarta vittoria consecutiva, e aspettando Fiorentina-Inter, anche il terzo posto in classifica.
Dopo aver strillato sotto la pioggia per tutta la partita, il tecnico abbassa la tensione mostrando un minimo di serenità, sempre senza abbassare la guardia, «perché tra pochi giorni arriva il Real Madrid e se non si rimane concentrati si rischia di prendere una sveglia che ci si rimane male».
Nell’immediato però meglio analizzare i miglioramenti visti durante la sfida del Braglia, messa in discussione soltanto da un errore individuale di Rudiger. «I miei sono giocatori di qualità – ammette Spalletti – e adesso stanno ricominciando a fare il loro mestiere. È stata una prestazione di carattere, si può fare sempre meglio, ma stasera ho visto tanta qualità». Con l’ulteriore cioccolatino portato dal ritorno al gol di Dzeko: «Diciamo che questa volta sarà Edin a pagare una cena a Salah, visto che gli abbiamo detto che non passa mai il pallone. La cosa più importante però è che non abbiamo avuto cali di tensione generali, mantenendo lo stesso atteggiamento, sempre con grande intensità, sempre con la voglia di portare a casa il risultato».
Ma questo, almeno per Spalletti, deve essere soltanto l’inizio: «A fine anno siamo tutti Sabatini (riferimento al diesse che potrebbe lasciare al termine della stagione, ndc), se non rimettiamo le cose a posto allora nessuno si deve sentire tranquillo. O rimettiamo a posto la Roma o abbiamo fallito, i giocatori andranno a giocare in altre squadre, io andrò ad allenare altrove».
Quindi vietato chiedergli quale sia l’obiettivo principale, il famoso terzo posto che per il momento è stato riagganciato: «Non mi interessa parlare di questo – continua il tecnico in conferenza stampa – a me piace sottolineare soltanto la prestazione. Non conta niente guardare la classifica, ma certo passare due notti al terzo posto è fondamentale. L’aspetto psicologico nel calcio attuale è tutto, quando non fai risultati ti limita anche dal punto di vista fisico, quindi diventa determinante questo aspetto su cui dovremo continuare a lavorare sempre. La nostra è una squadra che ha possibilità di corsa, Digne e Florenzi hanno fatto un’ottima partita. Stessa cosa vale per Pjanic, lo sottolineo perché mi è piaciuta moltissimo il contributo che ha dato a partita in corso».
Con spiegazione annessa: «Quando trovi una squadra che verticalizza come stasera se giochi a 3 puoi soffrire le verticalizzazioni, a 4 puoi sopperire la velocità degli avversari. A cambiare in questo calcio bisogna essere abituati. Le grandi squadre lo fanno, la Juve, il Napoli, la Fiorentina hanno per esempio questa prerogativa e credetemi alla fine fa tutta la differenza del mondo. Loro ogni volta che recuperavano palla la buttavano sulla bandierina e dovevano fare 100 metri. I miei giocatori sono stati perfetti».
Con un riferimento finale che da quando è arrivato a Roma, non manca mai: «La nostra squadra parte dal centro del campo e arriva in cima alla Curva Sud, non finisce dov’è la porta. Ora che ci manca quel pezzo oltre la porta siamo di meno. Ci mancano i nostri tifosi, abbiamo bisogno di loro».