(A. Angeloni) – La Champions è stata la fantasia, il campionato è la realtà. Una realtà meno dura rispetto a qualche settimana fa, all’epoca finale di Rudi Garcia (per lui arrivano le sirene del Galatasaray). La Roma si è rialzata e ha ricominciato a camminare spedita. Adesso deve correre, possibilmente aggiungendo un tocco di fantasia Champions, perché la prestazione contro il Real, nonostante la sconfitta, è piaciuta a tanti. Ma la ripartenza è con l’handicap: il caso Totti non è di facile soluzione. Spalletti ipotizza la sua presenza con il Palermo,ma l’intervista del capitano lascia strascichi pesanti, dei quali il tecnico (e la Roma) avrebbe voluto fare a meno, specie in questo momento.Ma questo è, ci si poteva pensare prima. E forse qui l’allenatore c’entra poco.
OLTRE IL CASO Dicevamo della Champions. La squadra che ha perso con il Real, si è detto, è in grado di battere (quasi) tutti nella nostra misera e bistrattata serie A. Figuriamoci il Palermo, che ha cambiato l’ennesimo allenatore e ora Zamparini ha riproposto quello che la squadra voleva, cioè Iachini. Lo stesso Iachini che nella sua storia da calciatore, a Venezia, ha lavorato con Spalletti: lui giocatore, Lucio l’allenatore. Era il Venezia di Zamparini, che ora è il patron del Palermo. L’eterno ritorno. La Roma deve ripartire e nelle gambe si porta le fatiche di coppa e davanti a sé trova una squadra tosta. Le fatiche sono in alcuni calciatori, che magari stasera potrebbero essere tenuti a riposo: uno tra El Shaarawy e Perotti, forse Pjanic, per far spazio a Dzeko e Totti, che Spalletti ha rilanciato ieri (prima di aver ascoltato l’intervista di Francesco al Tg1, quindi non si sa mai…), almeno a parole, in conferenza stampa («ci sono rimasti male per l’esclusione in Champions? È un segnale per gli altri, a me fa piacere e con il Palermo potrebbero giocare»). Vedremo. De Rossi, invece, non c’è e il tecnico fa il mea culpa: «E’ colpa mia, sono io che faccio le scelte, non ci sono scusanti. Ho visto gli allenamenti, ma vanno guardati i particolari.Se il risultato è questo,ho sbagliato». Il risultato è che Daniele starà fermo un mese e forse Lucio, la colpa che si attribuisce, è quella di essersi fidato pure di chi glielo ha messo a disposizione. La Roma deve sfruttare il calendario, stasera Palermo sabato prossimo Empoli, prima dello scontro diretto con la Fiorentina di Sousa, che aveva avanzato sospetti sui tre turni di squalifica a Zarate («ovvio, giochiamo contro la Roma…»). Spalletti ieri ha sistemato con classe il collega portoghese: «Sousa è una bella persona,ha giocato in squadre importanti (la Juve, l’Inter, ndr) ed è segno che le cose le sa,che ciò che dice è quello che sa».
QUELL’AIUTO DI CAPRARI Dicevamo, il Palermo tradizionalmente tosto, specie per Spalletti. Il penultimo scontro con i rosanero all’Olimpico per l’attuale allenatore della Roma è rimasto famoso per la velocità con cui un raccattapalle diede la palla a Taddei per battere un calcio d’angolo. La partita non si sbloccava e quel trucchetto aiutò molto la Roma: rete di Mancini e un grazie a quel raccattapalle di nome Gianluca Caprari che, in quel freddo gennaio 2008, aveva appena 14 anni e mezzo. Quei trucchetti, oggi, ancora non li vediamo, ma la Roma in mano a Spalletti sembra notevolmente migliorata. Lui è felice ma non ancora soddisfatto al cento per cento. «Mi aspettavo all’inizio di poter incidere un po’ di più come contributo nervoso. Ci sono stati dubbi nelle partite vinte, in altre abbiamo prestato il fianco. Ma sono abbastanza contento».