Il tecnico della Roma Luciano Spalletti parlerà oggi in conferenza stampa a Trigoria alla vigilia del match contro al Fiorentina in programma domani sera all’Olimpico:
Cosa teme di più della Fiorentina?
“Quello che ha fatto negli ultimi 3-4 anni più di quello che ha fatto Paulo Sousa. Hanno creato un calcio moderno, spettacolare, una squadra solida, tosta, convinta di avere delle possibilità importanti. Prendendo in esame il gruppetto di squadre di cui la Fiorentina fa parte, i viola sono stati i più bravi a lavorare”.
Pjanic e Nainggolan?
“Sono a disposizione. C’è solo Iago Falque che ha un po’ di febbre. Andrà valutato e oggi non sarà probabilmente dell’allenamento. De Rossi continua il suo recupero e non sarà convocato”.
Dzeko più si o più no domani?
“Ci sono delle cose che ancora devo pensare e devo prendermi tutto il tempo. Lui ha fatto bene nell’ultimo spezzone ad Empoli, si è allenato bene ma poi c’è da valutare anche il resto della squadra. Mi dispiace ma oggi non sono preparato”.
Fiorentina e Roma si somigliano?
“Un pochino sì. Ultimamente tutte e due tendono a comandare il gioco, hanno molti centrocampisti bravi a palleggiare, la qualità di saper leggere le situazioni. Si fa possesso palla e obbligano gli avversari a scoprirsi. Loro sono bravi a fare tutto, a interpretare il modo di giocare degli altri, con l’elasticità di girare palla a tre, difendere a 4, riescono a sistemarsi e a creare insidie in base a come giochi l’avversario. Bisognerà essere più bravi del solito domani ma ho grande fiducia nei miei giocatori. Se a Firenze sono convinti di aver fatto un’opera d’arte, i miei ragazzi hanno fatto un capolavoro in queste ultime partite nel ribaltare la situazione, prendere conoscenza di cose nuove e nell’avere quella solidità mentale che ti consenta di lottare fino in fondo”.
Olimpico vuoto: come si risolve il problema?
“Mi sono già espresso più volte, spero nel buon senso di chi gestisce questo confronto, questo malinteso che si è venuto a creare. A Empoli ci siamo sentiti molto comodi dentro l’abbraccio durato 95 minuti da parte del nostro pubblico ed è servito per reagire dopo il pareggio dei toscani. Secondo me, tutti quelli che erano presenti a Empoli hanno contribuito”.
Kalinic e Dzeko?
“Sono un po’ diversi. Il primo è tra i più bravi ad attaccare lo spazio dietro al centrale, è bravo ad andare sempre dietro la linea difensiva ed è bravo sotto porta. Sa qual è il suo obiettivo, sa bene dove deve andare. Dzeko ha altrettante qualità ma gli piace maggiormente la palla addosso perché ha quella fisicità lì. Più che andare a tagliare sul primo palo gli piace fare la rotazione verso il secondo palo per aspettare il passante. Sono due grandi calciatori. Dzeko è arrivato con il blasone delle sue qualità, su Kalinic sono stati bravi a capire che avesse quelle qualità”.
Burdisso ha detto che i giocatori non si allenavano bene a Roma. Rispetto a 10 anni fa nota un atteggiamento diverso da parte della squadra? Roma è veramente un ambiente difficile?
“Con Burdisso purtroppo ci sono stato poco. Ho tentato di essere bravo ma penso di non avergli dimostrato tutto in una settimana. Mi piacerebbe ritrovarlo perché lui è un grande campione e sa come si sta in un ambiente di calcio. Sull’ambiente Roma, penso sia l’ambiente ideale per lavorare. Nella vita ci sono delle persone che non fanno, quelli che fanno e quelli che si accodano a quelli che fanno. Per stare a un buon livello, tengono l’ambiente basso perché così si possono intrufolare. Più basso è, più ci si intrufola. Qui le cose si sanno fare. Chi non ha idee, chi non ha il coraggio di andare avanti, chi non vuole migliorarsi deve andare via. Noi vogliamo migliorare. Io per primo. Io sono tornato. Sono stato più fortunato: ho potuto scegliere cosa e se sono tornato è perché qui si lavora bene e perché mi piace lavorare qui. I ragazzi hanno imboccato la strada giusta. Se ci prestano Burdisso per una settimana gli facciamo vedere come ci si allena qui. Noi vogliamo dare il massimo. Se uno ha possibilità 10 deve dare 12, deve arrivare a toccare le stelle. Da un punto di vista mio è così e il mio atteggiamento sarà sempre in questa direzione”.
Pallotta le ha chiesto qualcosa in particolare?
“Ci ho parlato, mi è sembrato contento, carico. Mi è sembrato libero di far valere tutta la sua qualità di persona. Quando si è tranquilli e liberi la si mette in pratica sul campo. Avrà trasferito questa carica alla squadra. Prima della riunione ha parlato con i calciatori, ha visto l’allenamento. Ha grande entusiasmo, voglia di fare, in sintonia con quanto abbiamo detto fino ad ora. Bisogna avere il coraggio di osare, quello che fa la differenza è una costanza di pensiero”.
Che gara si aspetta sotto il profilo tattico? Il pressing della Fiorentina può indurla a inserire Dzeko per raccogliere i palloni dalla difesa?
“Mi piace questa situazione tattica. Sei uno attento e non ci avevo pensato. Loro verranno a pressarci e sapranno cambiare atteggiamento in base ai nostri tentativi di stare in campo. A Firenze hanno discusso per svariati mesi sul fatto se la Fiorentina giocasse a tre o a quattro. Qui è racchiusa tutta la bravura del tecnico: lui ha creato questa elasticità di squadra, cambiando modulo nelle stesse azioni, hanno questi due mediani bravissimi davanti alla difesa, hanno Borja Valero, Bernardeschi, Kalinic, Tello, Ilicic. Hanno tanti bravi calciatori. La soluzione che proponi tu è valida e l’abbiamo utilizzata negli ultimi minuti a Empoli ed è venuta fuori qualche situazione interessante”.
Le si è spinto in queste settimane in questioni che andavano anche al di là del suo ambito. Ha chiesto più vicinanza da parte della società?
“L’altro giorno abbiamo fatto la foto e c’erano circa 30 collaboratori miei, circa 30 calciatori, più i fotografi e stanno tutti con me. Mi aiutano tutti, mi dicono dove faccio bene, dove faccio male, sono in buonissima compagnia di tantissime persone. Qui c’è più di una suqadra sola, la squadra beneficia del lavoro di tutti gli altri. Io sono con loro, loro sono con me. Mancava solo il presidente, ora abbiamo anche lui e siamo al completo. Io prendo decisioni che riguardano la mia area, la mia posizione. Decido su quali allenamenti fare, sull’orario in cui allenarsi. Come mangiare lo dice il nutrizionista, come curare lo dice il medico, come pulire le scarpe lo sa il magazziniere, il caffè li fa il barista, io faccio solo quello che è il mio lavoro e lì qualcosa voglio dire perché poi dipende da me il mio lavoro”.
Terrà conto degli impegni della Fiorentina con Tottenham e Napoli oppure se i viola riusciranno a recuperare in pochi giorni?
“Tra pochi giorni andremo a giocare contro il Real Madrid, che ha giocato ieri e non andrò a dire ai miei giocatori che sono più stanchi perché non voglio alibi. Le partite vanno giocate quando devono essere giocate. Noi dobbiamo farci trovare sempre pronti. Non possiamo portare dentro la partita il fatto che ci saremo riposati un giorno di meno e anche la Fiorentina lo saprà”.
Con El Shaarawy sta facendo il lavoro che la Fiorentina ha fatto con Bernardeschi? Sono due giocatori che erano abituati a giocare palla addosso con pochi compiti di aiutare la squadra.
“Li hai accostati giustamente perché sono simile, hanno grandi potenzialità. In tutte le cose c’è una partenza e una fine ed è il percorso che conta. Bisogna avere voglia di analizzare un contrasto vinto o perso, quante volte hai puntao un avversario: se le reazioni sono giuste ci sarà una crescita e quando arriverai in fondo avrai utilizzato tutte le qualità della partenza e avrai messo qualcosa in più. Loro stanno facendo così, sono due grandi calciatori”.
Redazione GazzettaGiallorossa.it