(A. Austini) Come cambia in fretta il calcio. L’ultima volta che era stato all’Olimpico, a inizio dicembre, Pallotta aveva visto la Roma patire le pene dell’inferno per superare il turno in Champions contro il Bate e i tifosi fischiare l’annuncio della qualificazione. Tre mesi dopo ritrova una squadra in salute guidata da un tecnico che non sta sbagliando una mossa è un ambiente di nuovo entusiasta. “Inizio a vedere la luce», dice il presidente citando una canzone dei Velvet Underground. In mano ha una lampadina che gli ha regalato per scherzo un cronista dopo che il presidente aveva giustificato così la sua visita all’Enel: «Sono venuto a pagare le bollette perché nella mia camera d’albergo non funzionano i lampadari».
Ha sempre voglia di scherzare l’imprevedibile Jim e stavolta non ci sono davvero motivi per trattenere i sorrisi. «È andata bene non solo questa – dice raggiante Pallotta – in tutte le ultime partite si è vista una squadra completamente differente a livello mentale. Ora c’è un gioco collettivo, Spalletti sta facendo un lavoro incredibile, in sei settimane ha trasformato Trigoria in un posto totalmente diverso. Il merito è anche dei suoi collaboratori che si dedicano ad addestramenti individuali».
A fine partita il presidente è piombato negli spogliatoi per complimentarsi con i calciatori, una carezza speciale è toccata a El Shaarawy. «Mi piacciono in particolare i suoi capelli – se la ride Pallotta – lui segna tanti gol grazie ai movimenti della squadra. Oltre a Perotti e Salah non dimentichiamo la partita straordinaria che ha fatto Nainggolan, mi è piaciuto anche la sua ammonizione finale: un capolavoro. E poi Digne, Rudiger, eFlorenzi che corre per tutto il campo».
Una Roma del genere lo rende fiducioso anche per la missione impossibile di Madrid. «Sono piuttosto fiducioso – assicura il bostoniano – se riguardiamo la partita d’andata ci sono stati alcuni episodi a noi contrari: Ronaldo era in fuorigioco nell’azione del primo gol e c’era un rigore su Florenzi. Se fosse finita 1-1 avremmo avuto più chance, adesso sarà dura contro un avversario così forte. Però oggi abbiamo segnato quattro gol e non vedo perché non potremmo farne qualcuno anche al Bernabeu».
La gara contro il Real sarà l’ultima tappa del suo blitz, prima di ripartire per l’America vorrebbe provare a chiudere almeno la questione Totti. A domanda sul rinnovo il capitano ieri ha risposto con un sorriso «criptico», ma non ci sono nuovi appuntamenti fissati con il presidente. Toccherebbe in realtà a Spalletti parlare con Francesco: se gli dirà a chiare note che per lui non c’è più spazio, il numero 10 potrebbe prendere in seria considerazione l’idea di ritirarsi a fine stagione. Quello che vorrebbe anche la Roma.
E Sabatini? Ieri ha finalmente incontrato Pallotta prima e dopo la partita nei corridoi dell’Olimpico, ma i due non si sono appartati. Il diesse vorrebbe la firma sulle sue dimissioni al 30 giugno, con l’impegno di chiudere nel frattempo le operazioni di mercato necessarie a far quadrare i conti nel bilancio. Più di qualcuno a Trigoria spera ancora che Sabatini cambi idea, Pallotta, forse, un po’ meno.