(G. Scarpa) Una doppia operazione dolosa avrebbe preceduto la cessione del terreno sul quale dovrebbe sorgere il nuovo stadio dell’As Roma. Ne è certa la procura, il pm Mario Dovinola ha notificato la richiesta di rinvio a giudizio agli amministratori di Ippodromo Tor di Valle srl, che prima gestiva lo storico ippodromo romano, e di Sais spa, proprietaria del terreno. È questo un procedimento giudiziario che comunque non pregiudica la realizzazione dello stadio per il club giallorosso. Gli indagati sono gli imprenditori Gaetano e Umberto Papalia rispettivamente presidente e componente del cda della Ippodromo Tor di Valle, costituita nel 2008 per la gestione del galoppatoio e fallita nel giugno 2013 nonché soci e detentori del capitale della Sais fallita nel 2014; Umberto Ciccozzi, liquidatore della Ippodromo Tor di Valle, e Michele Saggese, ex amministratore unico della Sais. Bancarotta per distrazione e omesso pagamento dell’Iva i reati contestati a seconda delle singole posizioni.
I quattro, per l’accusa, avrebbero messo in atto una «manovra artificiosa» per far rientrare il terreno di Tor di Valle in possesso di Sais «libero da gravami» e pronto per essere venduto al costruttore Luca Parnasi, che lì dovrebbe costruire lo stadio della Roma. L’area, pur essendo sempre stata di proprietà di Sais, era vincolata da un contratto d’affitto stipulato nel 2000 con la società Ippodromi & Città, alla quale subentra, a maggio del 2008 l’Ip-podromo Tor di Valle. Il contratto di affitto, in scadenza nel giugno 2016, viene sciolto anticipatamente a febbraio 2013. In questo modo la Sais, rientra in possesso del terreno, e lo vende a Eurnova (società dei Parnasi) a 42 milioni di euro. Attualmente le rate mensili pagate da Eurnova finiscono nel fallimento di Sais. Secondo il pm parte di questi proventi spettano ai creditori dell’altra società fallita, l’Ippodromo di Tor di Valle. In pratica la vendita del terreno dell’ippodromo Tor di Valle è stata un’operazione di distrazione ai danni dei creditori della società ”Ippodromo Tor di Valle Srl”. Inoltre, sempre quest’ultima società non avrebbe pagato le imposte per 4 anni, dal 2008 al 2011.