(S. Carina) Il Bernabeu ha il palato fine e sa riconoscere il campione. Per questo motivo l’altra sera non ha esitato ad alzarsi in piedi per celebrare l’ingresso in campo di Totti a 20 minuti dal termine di Real-Roma. L’ovazione che il pubblico di Madrid gli ha regalato, rimarrà indelebile nei ricordi di Francesco che nel post-gara ha avuto modo di scambiare la maglia con Ramos, entusiasta come un ragazzino della Primavera: «Grazie Capitano! Un orgullo y un honor tener tu camiseta», il messaggio scritto su facebook dal difensore, accompagnato dall’hashtag ‘leggenda’. Prima di Totti, una standing ovation del genere al Bernabeu era toccata a Del Piero (5 novembre 2008) e Pirlo (23 ottobre 2013). Non è la prima volta che il capitano giallorosso riceve attestati di stima così plateali dai tifosi avversari. Era già accaduto due volte (l’ultima il 9 maggio 2015) a San Siro con il Milan (squadra, come il Real, dove avrebbe potuto trasferirsi) e a Marassi con la Sampdoria (club che invece è andato vicinissimo a prenderlo quando era ancora giovanissimo). Senza dimenticare quanto accaduto a Toronto tre anni fa, quando per un minuto il pubblico canadese applaudì il numero dieci nell’amichevole tenutasi in Nord America.
STALLO SOSPETTO – L’altra sera in mix-zone, Totti è apparso loquace quando gli è stato chiesto dell’emozione provata (e ieri ha ringraziato il pubblico di Madrid attraverso il sito ufficiale della Roma). Poi alla domanda sul rinnovo, ha sorriso e si è allontanato. Un silenzio che nasconde la volontà di non creare più polemiche. Quello che doveva dire, lo ha detto: vuole giocare. Pallotta però è ripartito per Boston senza definire la questione. Nei giorni scorsi il presidente ha dichiarato di «aver passato molto tempo con Francesco». Premesso che il «molto tempo» si racchiude nel colloquio-lampo avuto a Trigoria, dal punto di vista del capitano siamo ancora al «decide lui cosa vuol fare» di 2-3 mesi fa. Tradotto: tante parole concilianti ad uso e consumo dei media ma zero passi in avanti almeno ad oggi, 10 marzo. La nuova chiamata per mettersi seduti e iniziare a parlare realmente di una proposta contrattuale non è arrivata. La Roma ha nel cassetto un contratto da dirigente: Francesco ne vuole un altro come calciatore. Era sicuro di riparlarne nuovamente con Pallotta nel weekend che avrebbe preceduto la partenza per Madrid. E invece nulla. È ancora lì che aspetta.