Bruno Conti e Sebino Nela hanno rilasciato un’intervista in occasione del giorno del loro compleanno (rispettivamente 61 e 55 anni), soffermandosi sull’andamento diverso delle loro carriere lontano dal rettangolo verde, con il legame ai colori giallorossi a fare da comune denominatore.
«Questa passione ha segnato tutta la mia vita. Il calcio è stato tutto per me e ho voglia di continuare e di fare quello che ho fatto in tutti questi anni, occuparmi di giovani. Una cosa è certa, la Roma non si discute, si ama. E’ la mia vita non ho altro nella testa» ha detto Marazico, che poi si è soffermato proprio sull’amore per la sua squadra: «Ho onorato questa maglia per tutta la mia carriera. Ho fatto l’allenatore, ho preso in mano la squadra in un momento molto delicato. Poi da direttore tecnico abbiamo raggiunto grandi risultati. Da responsabile del settore giovanile ho avuto la soddisfazione di vedere tanti giovani vestire la maglia giallorossa o imporsi a livello nazionale. Ci tengo a precisare che i grandi risultati ottenuti nel settore giovanile sono il frutto della collaborazione di tutti gli osservatori e i tecnici che lavorano con noi. C’è un grande lavoro dietro le quinte, per queste persone non esistono feste, Natale o Pasqua, sono sempre sui campi».
Lo SLO della Roma è Sebino Nela, sempre rimasto legato alla Roma in cui ha vinto proprio con Bruno Conti uno scudetto. Un cordone ombelicale che non si è mai reciso, quello con i tifosi, questo perché Nela ha sempre avuto un rapporto sincero, leale, di rispetto con la gente: «L’ho mantenuto ancora oggi, la gente mi ha sempre voluto bene. Ho passato undici anni, praticamente tutta la mia carriera calcistica nella Roma. Questa è una piazza diversa da altre, dove viene apprezzato il campione. Qui la bacheca non è stracolma e contano altri valori: si amano i giocatori per quello che danno in campo, perché escono con la maglia sudata o prendono le difese del compagno o del proprio pubblico. Qualità che erano nel mio Dna di calciatore ti aiuta. Per questo i tifosi mi rispettano». Si è calato nel nuovo ruolo con entusiasmo: «L’Uefa vuole che tutte le società si dotino di questa figura dirigenziale, questo Supporter Liaison Officer.Bisogna occuparsi dei tifosi sia in casa che fuori. Si potrebbe pensare anche di andare all’estero, per studiare questo ruolo, in Germania esiste da venti anni. Lunedì tutti gli SLO d’Italia si riuniscono a Roma». Poi un pensiero su Spalletti: «Era una oppurtunità da poter sfruttare. I miglioramenti quando si cambia non sono mai scontati. Ma ho riscontrato motivazioni diverse, certamente il tecnico ci sta mettendo molto del suo per quanto riguarda il campo e non solo. Invia messaggi e chi vuol intendere intenda. Sta facendo un ottimo lavoro».
Fonte: corriere dello sport