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IL TEMPO Candela e la partita dei sogni: «Quel 5-1 resta indimenticabile»

Vincent Candela
Vincent Candela

(E. Menghi) – Cross d’esterno destro per Montella ed iniziò la goleada. La pennellata di Vincent Candela è un pezzo di storia dei derby romani e l’esterno francese, che di stracittadine ne ha vissute tante negli otto anni in giallorosso, ancora ricorda emozionato quel 5-1 del marzo 2002: «È un sogno per me pensare a quella partita, vincevamo già largamente nel primo tempo e il primo gol è nato dal mio assist. Era fantastico giocare contro la Lazio di Nesta, Favalli, tutti grandi campioni: era una gara speciale contro una squadra fortissima… Ora è un’altra Lazio e anche un’altra Roma».

Chi è più forte?
«Senza dubbio la Roma, lo dicono i risultati. Resta una partita speciale, in cui la mente va aldilà del gesto tecnico ed è questa la bellezza del derby. Non so se si può ripetere la partita che facemmo noi, magari. Auguro a Spalletti di vincere 5-0, i giallorossi stanno giocando un calcio bellissimo e stanno facendo un percorso fantastico, però non è così semplice. Sennò non sarebbe lo sport più bello del mondo».

Per la Lazio è l’unico obiettivo stagionale rimasto e giocherà con il coltello tra i denti: è una difficoltà in più?
«Non stanno vivendo un anno fantastico e proprio per questo hanno di più da perdere. Ma se sei più nervoso non sei più bravo, anzi giochi peggio».

Quanto perde un derby con lo stadio semideserto?
«Tantissimo. È tristissimo. Senza tifosi il calcio non avrebbe avuto il successo che ha. È un peccato che si sia arrivati a questo punto e non riesco a capire, perché la soluzione si trova. Spero che le parti riescano a venirsi incontro, così è triste per tutti: per i tifosi che vanno comunque all’Olimpico, per le tv, per il campionato italiano e per i giocatori. Capisco la curva, però. Se uno crede nelle sue idee è giusto andare fino in fondo e non va bene che solo a Roma ci siano le barriere. È giusto combattere, non è che questi tifosi non amano la Roma: dimostrano passione da cent’anni a questa parte».

Per Totti potrebbe essere l’ultimo derby, lei lo farebbe giocare?
«Non so come si è allenato in settimana, ma non deve giocare per forza. Anche se Totti è mio amico, non va in campo a prescindere. Nel mondo ha dimostrato di essere un campione e gli ho visto giocare derby per vent’anni. Lui sa che questo momento fa parte del ciclo di ogni sportivo e non credo pretenda di giocare domenica. Piuttosto vuole rispetto. Lui vuole giocare ancora un anno e non penso che sarà la sua ultima stracittadina».

Chi sarà il giocatore chiave?
«Nainggolan, lui ha qualcosa in più e può essere l’uomo derby. A patto che non si innervosisca».

Con i cross di Candela uno come Dzeko segnerebbe di più?
«Non lo so, io da romanista spero che il bosniaco abbia vissuto solo un periodo d’adattamento. È successo anche a Platini e Zidane in Italia… Non voglio accusare chi crossa o Dzeko, dobbiamo avere pazienza e avere fiducia in Spalletti. Spero che l’anno prossimo faccia 20 gol con la Roma».

Cosa pensa del suo connazionale Digne?
«Lui si è ambientato bene, è bravo in attacco e in difesa, anche se deve avere più coraggio nell’andare davanti e deve aiutare di più i compagni. A dieci milioni lo terrei, non faccio il contabile né mi occupo delle plusvalenze, ma il prezzo del riscatto è alto».

Pronostico per il derby?
«3-1 per la Roma».

Come si piazzeranno i giallorossi in campionato?
«Spero secondi. Se vincono il derby, le vinceranno tutte e faranno un altro filotto».

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