(F. Balzani) Otto novembre 2015. È una delle poche date da ricordare sul diario della stagione romanista di Edin Dzeko, forse il momento più bello dopo il gol alla Juve del 30 agosto. Il bosniaco, infatti, si presenta al suo primo derby guadagnandosi un rigore e portando in vantaggio la Roma prima del raddoppio di Gervinho.
Un elemento in più da considerare per Spalletti che in vista della stracittadina di domenica avrà l’atavico dubbio: Dzeko o l’attacco leggero con Salah, Perotti ed El Shaarawy? O magari tutti e 4 come contro il Real? Di certo il tecnico potrà contare sul morale alto del bosniaco che ieri ha appreso, grazie ai media bosniaci, di aver realizzato un record storico: con il gol di mercoledì alla Svizzera è diventato infatti il miglior marcatore tra le nazionali dell’ex Jugoslavia, superando il croato Suker fermo a 45 gol. «Davvero?», ha spalancato la bocca Edin, fiero delle suo origini slave e della sua Sarajevo, appena ha letto la notizia. «Abbiamo giocato bene – ha detto lui sorridente dopo la vittoria contro la Svizzera – e sicuramente questi giorni sono stati per tutti molto utili. Sono felice per tutta la squadra, per me e per Miralem, il suo gol su punizione sarebbe da vedere e rivedere».
Poi su Instagram ha postato una foto con Pjanic e Zukanovic: «Massima concentrazione per il derby». Una gara che ha sempre infuocato Dzeko, soprattutto in “trasferta”. Con la maglia del City ha segnato 5 gol in 7 partite ai cugini dello United di cui 4 all’Old Trafford. Altri dati da considerare per Spalletti che in settimana approfittando della sosta ha provato spesso e volentieri Perotti nella solita posizione del falso nove. Un’indicazione, quella relativa all’impiego del bosniaco contro la Lazio, utile anche a capire il futuro di Dzeko. L’attaccante è disposto a restare, ma solo se Spalletti lo considererà titolare nella prossima stagione. In caso contrario le offerte non mancano: Inter, Besiktas e West Ham.