(A. Serafini) Francesco Totti, capitolo apertissimo. L’insoddisfazione del numero 10 ha preso nuovamente il sopravvento negli ultimi giorni, vissuti nella snervante attesa di chi non ha ancora ottenuto risposte sul proprio futuro. E stanco di non ricevere segnali precisi (positivi o negativi, ma comunque definitivi) dalla società, avrebbe deciso di avanzare la più accomodante delle proposte: pur di prolungare la carriera da calciatore per un altro anno, Francesco sarebbe disposto a rinunciare a qualsiasi cifra. Giocando anche gratis.
Una notizia diffusa ieri mattina attraverso i microfoni di Rete Sport e che nel giro di pochi minuti, sfidando il fuso orario degli States, è arrivata dritta negli uffici bostoniani di Pallotta, pronto alla secca smentita: «Totti avrebbe proposto di giocare gratis il suo ultimo anno e noi avremmo rifiutato? Questo non è vero, è una bugia o deve essere un pesce d’aprile». Aggiungendo: «Non sono affari vostri i discorsi tra me e Francesco. Nessuno li conosce, è un discorso che riguarda soltanto me e lui».
Tutto vero, nonostante nella sua ultima tappa romana il presidente americano non sia riuscito comunque ad eliminare i dubbi del numero 10, che nei due incontri privati con Pallotta non ha mai ricevuto la comunicazione finale che avrebbe desiderato. Per questo Totti ha cominciato a studiare un piano alternativo, confidando ai propri amici la possibilità di tendere la mano alla società anche di fronte all’ipotesi di firmare un contratto al minimo sindacale, oppure con stipendio da devolvere in beneficenza a Roma Cares. Idea che prima del viaggio americano di Baldissoni e Zanzi era arrivata informalmente anche alle orecchie della dirigenza italiana, convinta però che per proseguire il rapporto si debbano comunque scegliere strade alternative.
Il club considera svilente l’ipotesi di concedere a Totti il prolungamento contrattuale a cifre ridotte, considerando che nel caso (remoto) di un rinnovo, un campione come lui meriterebbe un trattamento in linea con gli altri professionisti dello spogliatoio. Di fatto la Roma è convinta che nella querelle Totti non esista un problema economico, argomento mai tirato in ballo da entrambe le parti durante questa lunga trattativa a distanza. La distanza «linguistica», che non ha mai permesso l’apertura di un dialogo diretto con Pallotta, ha reso obbligatorio l’utilizzo di un traduttore nell’ultimo incontro a Trigoria, quando il presidente provò a convincere Totti a fermarsi a giugno, invitandolo a prendersi ulteriore tempo per riflettere. L’obiettivo della Roma è quello di evitargli un altro anno da gregario in panchina e di spronarlo sin da subito a pensare al ruolo dirigenziale più compatibile alle sue caratteristiche. Il contratto già firmato per i prossimi 6 anni lo aspetterà anche nel caso in cui Francesco decidesse di lasciare Roma, terminando la carriera altrove.
All’orizzonte di quello che potrebbe essere quindi il suo ultimo derby, il capitano resta però fermo nelle sue convinzioni: finché il fisico reggerà, lui è pronto a scendere in campo. Spalletti permettendo. Già, perché il tecnico sin dall’inizio ha preferito bruciare i tempi evitando facili incomprensioni: se Totti rimarrà un altro anno riceverà comunque lo stesso trattamento degli altri, senza alcun tipo di privilegio. Immaginare una lunga serie di panchine dopo aver superato la soglia dei quarant’anni diventerebbe quindi uno scenario inevitabile, che inoltre scontenterebbe tutti. A partire proprio da Totti.