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IL MESSAGGERO De Rossi l’altro Ninja

De Rossi
De Rossi

(S. Carina) – Una maglia per tre. Che non è il remake di «Una poltrona per due» ma il semplice ballottaggio tra De Rossi, Dzeko e Strootman per sostituire Nainggolan. Sarà difficile visto quello che rappresenta ormai il belga per la Roma ma la sua squalifica, obbliga Spalletti a ridisegnare la squadra. Due le possibilità: cambiare modulo e passare al 4-2-3-1 con il bosniaco al centro dell’attacco oppure continuare con la mediana a rombo limitandosi a scegliere uno tra De Rossi e Strootman. L’olandese ci spera anche se ancora non sembra essere arrivato il momento degli esperimenti. C’è un secondo posto da rincorrere e affidarsi a Kevin dall’inizio, potrebbe (con l’olandese che non può avere il ritmo-partita) rappresentare un azzardo. Più facile che il suo impiego possa accadere a gara in corso, magari con il risultato già messo al sicuro.

EQUILIBRI INVISIBILI – Non è comunque una scelta semplice perché ne va, oltre che dell’assetto tattico, anche degli equilibri invisibili della squadra. Sinora Lucio è stato bravo a chiedere e pretendere dallo spogliatoio il rispetto dei ruoli. E quando ha visto qualche visuccio di troppo, ha escogitato il giochino dei bigliettini, poi raccontato in pubblico: «Ho lasciato un biglietto per uno a tutti prima della riunione e gli ho detto di scrivermi la formazione. Tutti l’hanno scritta, hanno usato giocatori diversi però tutti ne hanno scritti 11. Se qualcuno ne scriveva 12 o 13, io ne facevo giocare di più.Ora faccio come mi hanno detto loro». Spalletti è però troppo esperto per non conoscere le regole (non scritte) di uno spogliatoio. Figuriamoci del suo. E un De Rossi che da oltre 2 mesi (Sassuolo-Roma, 2 febbraio) non scende in campo titolare, sorprende. Dentro e fuori Trigoria. Come la decisione di preferirgli Iago Falque nel derby, quando Nainggolan ha chiesto la sostituzione. Se qualche problema fisico ha aiutato ad allontanare eventuali polemiche, ora Daniele sta bene (meno Totti, ieri out per un colpo alla caviglia ricevuto nella seduta di mercoledì). Impeccabile anche nel comportamento, essendo il primo ad esultare alle prodezze dei compagni in campo (leggi Florenzi). Tuttavia è chiaro che se nemmeno lunedì dovesse giocare, inizierebbe a porsi qualche domanda.

IL 9 SCALPITA – Quelle che già si sta facendo Dzeko da tempo. Quella mezza frase dopo il derby («È difficile stare in panchina, il tecnico lo sa, ne abbiamo parlato») ha fatto poco rumore perché la Roma aveva appena annichilito la Lazio. Anche Edin, si aspetta di giocare. Al Bologna ha già segnato nella gara d’andata ma per vederlo dal primo minuto o si cambia modulo (4-2-3-1) oppure bisogna far rifiatare uno tra Salah, El Shaarawy e Perotti (come accaduto nel 5-0 col Palermo). Ipotesi, la seconda, difficile.

LUCIO A CENA CON LO STAFF – Intanto ieri Spalletti ha portato a cena lo staff tecnico, sulla falsariga di quanto accaduto lo scorso 28 febbraio. A dimostrazione di un ritrovato feeling tra le varie componenti, dopo un inizio dove Lucio ha dovuto gioco-forza imporre la propria metodologia di lavoro. Il modo migliore anche per festeggiare il derby vinto ma soprattutto il piacere di stare insieme con quelli che lavorano dietro le quinte, anche fuori dall’« Asinara di Trigoria».

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