(S. Carina) La corsa verso la linea di centrocampo. Il richiamo di Menichini che gli dà le ultime indicazioni, lui che sveste la tuta con la massima rapidità, la palla che sembra non voler uscire mai. Poi il momento tanto atteso: esce Maicon, entra Strootman. Cinquantadue giorni fa, Kevin pone fine al suo calvario, umano e sportivo, tornando in campo negli ultimi 15 minuti di Roma-Palermo. Quando entra i giallorossi sono avanti 4-0 ma all’olandese poco importa. Gioca 15 minuti, finisce 5-0. Un quarto d’ora lungo quasi due anni.
FAVOLA INTERROTTA La favola di Kevin è ancora ferma a quel 21 febbraio. I pochi secondi contro l’Udinese, servono soltanto per le statistiche. In molti speravano che l’ex Psv potesse rappresentare il quid in più nella rincorsa al Napoli. Non sta accadendo e Spalletti ieri ha spiegato il motivo a Roma Radio: «Ha ancora qualcosa da mettere apposto, ma lo può fare anche giocando ogni tanto». Parole che sembrano aprire uno spiraglio che si chiude poco dopo («Se la partita contro il Bologna fosse andata in un certo modo lo avrei usato») quando Lucio certifica l’inevitabile rodaggio che necessita l’olandese. Che mal si concilia con la necessità di arrivare secondi, evitare le forche caudine dei preliminari ad agosto (oggi la Roma potrebbe incontrare una tra Villareal, Manchester City, Bayer Leverkusen, Lione, Porto, Olympiacos e Psv) e assicurarsi i soldi della Champions. Per provare l’aggancio alla squadra di Sarri, quindi, servono giocatori pronti. E Strootman, dopo la lunga inattività, non può esserlo. Comprese le ragioni del tecnico, la frenata ha inevitabilmente delle ripercussioni. Non tanto per l’olandese che ha capito il momento e non è uno dalla polemica facile. Quanto per la società che ha necessità di valutare come comportarsi nell’allestimento della rosa del prossimo anno. Perché un conto è sapere di riavere Strootman, quello vero, la “lavatrice” di garciana memoria. Un altro è avere la consapevolezza di doverlo aspettare ancora. Il caso Castan insegna. Benché gli infortuni siano di natura diversa, in estate la certezza di poter contare sul brasiliano si è poi scontrata con una realtà differente, pagata (in punti) durante la stagione. A dover fare i conti con la corsa al secondo posto sono anche i giovani. Su tutti, Sadiq. Sembrava essere sulla rampa di lancio (6 presenze, 2 reti). È fermo invece all’ultima panchina col Palermo. La corsa alla Champions non fa sconti a nessuno.