(M. Pinci) – Cinque partite per meritare ancora la Roma. Per Edin Dzeko è già arrivata l’ora dell’ultimatum. Tempo scaduto, lo sa lui, lo ha detto anche Spalletti. «Da qui in avanti — ha detto il tecnico — dipende da lui, mi fa vedere di essere quella punta che è, come attenzione a livello calcistico, bene. Non me lo fa vedere? Guardo e uso quello che fa. Deve far vedere chi è Dzeko perché non c’è più tempo». Nelle ultime cinque partite della sua tormentata stagione non partirà sempre titolare, forse nemmeno stasera contro il Torino, quando l’allenatore potrebbe preferirgli persino Totti: ma dovrà comunque provare a meritarsi un altro anno di Roma e far dimenticare i due, tre gol divorati a Bergamo, anche a porta vuota, ultime perle di una collezione di errori stile Gialappa’s (vedi Roma-Palermo) già costati una marea di punti. Il suo problema è soprattutto psicologico: agli amici ha confessato di soffrire dannatamente il brusio, al punto da bloccarsi quando avverte perplessità. Professionalmente è inappuntabile: non ce l’ha con lui Spalletti quando rimprovera chi cede a tentazioni che «tolgono attenzioni alla famiglia e alla squadra». I vizi che s’è concesso Edin sono altri: «Anziché portare qui il suo calcio fisico ha preso da noi quel cedere al cado-non cado». Ma dopo aver investito complessivamente 17,4 milioni per lui, la Roma deve decidere cosa farne. A gennaio la Cina aveva messo sul piatto quasi 30 milioni per prenderselo, gruzzolo rifiutato sdegnosamente dalla Roma. Ha cinque partite Dzeko per convincere la Roma a non comporre quel numero di Pechino.
LA REPUBBLICA Psyco Dzeko ancora 5 partite per non partire
Stasera all’Olimpico in panchina con lui rischia di sedersi nuovamente Pjanic, ancora infastidito da un problema nella zona inguinale. Ieri comunque s’è allenato in gruppo, insieme anche a Digne. A cui, con tutta la squadra, Spalletti ha spiegato al video gli errori commessi sul primo gol dell’Atalanta. Quelli sui gol sbagliati (anche) da Dzeko, li ha lasciati alla libera interpretazione.