(A. Austini) Più che un’intesa, è un compromesso. Totti giocherà nella Roma per un’altra stagione, quella che dovrebbe essere l’ultima (condizionale d’obbligo) della sua carriera, tutta in maglia giallorossa.
L’accordo finale è stato partorito ieri mattina durante un incontro fra il dg romanista Mauro Baldissoni, il grande mediatore nell’intricata vicenda, e il commercialista del capitano Adolfo Leonardi. Il contratto da giocatore verrà esteso fino al 30 giugno 2017, con stipendio netto fissato intorno al milione di euro, più una serie di bonus che verranno aggiunti a seconda delle prestazioni di Totti. Poi partirà il contratto da dirigente di 6 anni da circa 600mila euro a stagione firmato in occasione del precedente rinnovo e confermato alle medesime condizioni. Lo scoglio dei diritti d’immagine a latere, quantificati intorno al milione di euro, non è mai stato tale, gli ostacoli da superare erano altri e ieri è stato tagliato il traguardo: manca solo l’ok finale di Pallotta, che una volta relazionato da Baldissoni darà appuntamento al numero 10 giallorosso nella Capitale per fine mese.
La visita del presidente coinciderà con l’annuncio del rinnovo e la fine di una telenovela estenuante, che tutti potevano gestire meglio. La Roma aveva deciso di chiudere con Totti-calciatore al termine di questa stagione, Pallotta lo aveva detto a chiare note al diretto interessato, ma ha evitato di farlo in pubblico.
Poi, i gol e le magie del capitano in campo, quando ormai sembra tutto finito, hanno riacceso il caso e aumentato la pressione sulla società che ha cambiato idea. Inevitabile per una Roma che non è ancora abbastanza forte per comportarsi in modo cinico con il simbolo della storia giallorossa, come fece la Juventus con Del Piero. Ma poteva almeno evitare di prendersi tutto questo «fango» addosso se poi l’esito doveva essere quello di accontentare la piazza.
Totti ottiene ciò che voleva e se l’è guadagnato sul campo, ma anche lui ci ha messo parecchio del suo: l’intervista «esplosiva» al Tg1, i musi in panchina, la tormentata trasferta di Bergamo e un atteggiamento non proprio conciliante nelle ultime settimane, quando è stato lui a rallentare la trattativa del rinnovo «tirandosela» un po’, come si dice a Roma.
E adesso tutti felici e contenti? Insomma. C’è ancora da fissare il ruolo di Francesco nel post-carriera: la società lo vede bene nel ruolo di «ambasciatore» del club, lui vorrebbe un incarico più operativo, magari nel settore giovanile. Con Pallotta dovrà parlare soprattutto di questo prima di celebrare la firma a favore delle telecamere.
La conferma di Totti rasserena Spalletti, che ha sofferto parecchio l’accusa di essere una sorta di «esecutore» incaricato di chiudere la carriera del capitano quando in realtà era già stato deciso prima del suo arrivo. Sul rinnovo il tecnico non si è mai intromesso e al presidente ha semplicemente chiesto di poter continuare a gestire il numero 10 al pari degli altri. Così sarà e ora finalmente la Roma potrà programmare questioni più «centrali» per la competitività della squadra nel futuro a breve termine. «Ci incontreremo con la società dopo la fine del campionato – ha detto ieri sera Spalletti a Sky – cercheremo di migliorare questa squadra ma non sarà facile».
L’obiettivo è di cambiarla il meno possibile, conciliando le esigenze tecniche con quelle di bilancio. Già presi Alisson e Gerson e ora, oltre a trattenere Nainggolan, Rudiger ed El Shaarawy, la società proverà a confermare Pjanic, Szczesny e Digne. Se il bosniaco dovesse restare, partiranno le trattative per il rinnovo del suo contratto in scadenza nel 2018, quello di Strootman fino al 2019 è già pronto. La firma di Totti è solo la prima di una lunga serie.