(E. Menghi) Tra verità nascoste e nodi piuttosto resistenti, la fumata si appresta a tingersi di bianco. Il rinnovo di Totti s’ha da fare, a sentire i diretti interessati manca pochissimo e, soprattutto, non ci sarebbero problemi di soldi dietro a questa lunga attesa che ha sorpreso in primis il presidente Pallotta.
«Strano che non abbia ancora accettato la nostra generosa offerta, avrebbe dovuto già firmare», rivelava a Il Tempo dopo Milan-Roma. Il numero 10 giallorosso, intercettato a Fiumicino, ha ammesso che qualcosa manca per il sì definitivo: «Ho fatto una piccola richiesta sul futuro ruolo, ma la valutiamo insieme. Ho detto troppo adesso… Comunque non è mai stato un discorso economico e mai lo sarà. Se avrei accettato di giocare gratis? Non ho mai parlato di soldi, mai». Sulle tempistiche non si sbilancia: «Ancora niente, aspettiamo». È stato il capitano a prendere tempo, la società ha formulato la sua proposta una decina di giorni fa e ha incassato prima l’ok del giocatore e poi un successivo ripensamento. Le basi per la firma sul contratto di un anno da calciatore (con i 6 da dirigente confermati) ci sono, ma le richieste di Totti non sono state ancora soddisfatte, nonostante le dichiarazioni di facciata. Le parti hanno deciso, a livello di immagine, di non mettere sotto i riflettori i nodi della negoziazione, relativi anche al ruolo, e di tenere un profilo basso. Su questa linea si è mosso Sabatini, che in mattinata parlava di «trattativa in dirittura d’arrivo», assicurando: «Non ci sono problemi economici, qualche aggiustamento ci sarà sulle vicende a venire di Francesco, che comunque vanno garantite, ma credo sia tutto a posto. Il suo contratto è articolato e riguarda anche la sua seconda vita, ma la situazione è scorrevole. Questione di minuti? Magari di due giorni, al ritorno da Abu Dhabi sarà tutto ok». Il diesse, che ieri ha ricevuto il Premio Ussi al Circolo Canottieri Aniene, è tornato sui «deliri» juventini riguardo Pjanic: «Non intendiamo fare trattative, c’è una clausola e chi lo vuole dovrà pagarla. Siamo testimoni passivi. Miralem non rientra nella manovra a coda di gatto maculato».
Potrebbe invece rientrarci Rudiger, che «sarà riscattato ma, pur se forte, non è insostituibile». E il Chelsea ha già bussato alla sua porta con un’offerta importante, perché a Conte piace parecchio il tedesco, seguito dagli spalti di San Siro sabato scorso. Per confermare El Shaarawy e fare mercato in entrata «li troveremo i soldi, faremo qualche manovra». Il nome in cima alla lista è quello di Diawara: «È un buon giocatore, pensiamo a mantenere questa squadra con delle integrazioni». Poi Sabatini si è auto corretto sull’aggettivo usato per definire il papà di Gerson: «Ho detto saltimbanco, ma ho sbagliato. Resto in ambito circense: avrei voluto dire che è un acrobata e a volte fa dichiarazioni improprie, ma il ragazzo andrà in ritiro con la Roma».