(S. Carina) Nell’incontro di martedì a Tor Vergata dove si è improvvisato per un paio d’ore professore, alcune dichiarazioni di Spalletti non hanno avuto il risalto che meritavano: «Ogni giorno parte un treno, bisogna esser pronti a cambiare biglietto in corsa o partono anche gli altri treni. Bisogna saper sterzare, saper cambiare biglietto è fondamentale». Parole che valgono più di mille sorrisi o rassicurazioni di circostanza. Lucio ha fretta. Vuole capire su chi potrà contare il prossimo anno. Perché le voci sulle possibili partenze dei suoi big si susseguono. L’ultima vuole il Manchester United pronto a sborsare 40 milioni per Manolas per il quale andrebbe però prima trovato un punto d’incontro con l’Olympiacos (sino a settembre il cartellino è a metà tra i due club). Paradossalmente a preoccupare il tecnico non è più la possibile cessione che probabilmente ha già metabolizzato. Ma capire chi sarà a partire. Perché se per necessità sarà venduto qualcuno, bisogna trovare e bloccare subito il sostituto. Per non correre il rischio poi di doversi accontentare. Ieri qualche ‘treno di scorta’ ha iniziato a visionarlo con il video analyst Beccaccioli a Trigoria. Poi il tecnico si è intrattenuto per un veloce colloquio con Baldissoni e dopo aver pranzato ha salutato i pochi presenti è tornato in Toscana.
GRANA EDIN La prima fase del mercato giallorosso, quella dedicata alle cessioni, fatica a mettersi in moto. Un po’ perché se la controparte sa che devi vendere, gioca inevitabilmente al ribasso. E poi perché non si fanno mai abbastanza i conti con i calciatori. Dzeko, ad esempio, di cambiare aria ha poca voglia. A Roma si trova bene, la moglie si è ambientata benissimo e la nascita della piccola Una a febbraio non lo spinge lontano dalla capitale. Tra l’altro a Trigoria ha uno sponsor d’eccellenza: il ds Sabatini. Il dirigente infatti è convinto che la prossima stagione per Edin sarà quella del riscatto. C’è tuttavia da convincere Spalletti che sembra avere idee diverse. Proprio per questo il ds sta sondando alternative (con l’agente di Milik ad esempio ha parlato un mese fa). A metterli d’accordo potrebbe però essere il mercato. Sinora per l’ex City sono arrivate manifestazioni d’interesse soltanto dalla Turchia e dalla Cina. Qualche discorso potrebbe aprirsi in Premier ma a sorpresa il calciatore ha fatto sapere tramite il suo agente che se proprio dovrà lasciare la Roma, preferirebbe rimanere in Italia. E le preferenze dei giocatori fanno presto a trasformarsi in velati diktat. Qui nascono i problemi. Perché c’è soprattutto un club interessato a Dzeko, l’Inter (che pur potendolo visionare settimanalmente in serie A, ha preferito farlo seguire da due persone di fiducia nell’amichevole Svizzera-Bosnia a marzo), che si muoverà soltanto se cederà Icardi. Cessione, quella dell’argentino, che avverrà soltanto a determinate cifre e che quindi potrebbe andare per le lunghe. La Roma, però, tempo da perdere non ne ha.
GLI ESUBERI Le difficoltà a piazzare i calciatori non finiscono qui. Anche Sabatini (che nei scorsi ha parlato con l’agente di Brozovic di un centrale difensivo della Dinamo Zagabria, Soldo, classe ’98) è consapevole che difficilmente a breve si muoverà qualcosa. Per questo motivo Iturbe prima di un eventuale prestito al Malaga, partirà per il ritiro. Iago Falque ha una richiesta di prestito con diritto di riscatto dall’Espanyol e in Italia piace al Torino. Allo Sporting Gijon potrebbe finire Ponce, aspettando di conoscere il destino di Sanabria. Il paraguaiano vorrebbe restare in Spagna, ma la Roma sta scandagliando il mercato inglese in cerca di una proposta di almeno 15 milioni. Capitolo Skorupski: l’Empoli vuole esercitare il prestito biennale ma il portiere potrebbe finire al Bologna nell’ambito dell’operazione-Diawara. Paredes non ha convinto nell’amichevole con l’Al Ahli ma già in precedenza era considerato un sacrificabile: piace allo Zenit. Sadiq interessa al neopromosso Lipsia in Bundesliga mentre Doumbia è pronto a ricominciare la solita tarantella: rifiutare tutto (Besiktas interessato), sperando che il Cska Mosca si faccia avanti.