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IL TEMPO Digne dice no al Psg per la Roma

Digne
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(A. Serafini) – Il mercato è sempre pronto a far suonare le sirene, ma lasciare Roma non è mai esercizio semplice. Almeno a Trigoria. Dopo Nainggolan, che in più di un’occasione ha sbandierato pubblicamente la volontà di rimanere nella capitale, negli ultimi tempi è toccato anche a Digne, poco attratto dalla possibilità di prendere un aereo e ricominciare la propria carriera a Parigi. Una scelta di vita, ma anche di opportunità. Il terzino francese infatti ha giù comunicato al club giallorosso la volontà di prolungare la sua avventura a Roma almeno per un altro anno, consapevole che lo scenario di indossare con maggiori garanzie una maglia da titolare a Roma sia comunque preferibile ad un ruolo di gregario all’interno del Psg.
Per questo ha mosso i primi passi anche verso il club parigino, che da tempo ha proposto al ragazzo il rinnovo contrattuale (in scadenza nel 2018). Ipotesi respinta al mittente, nonostante la scarsa volontà giallorossa di esercitare nel prossimo giugno il diritto di riscatto fissato nella scorsa estate a 17 milioni. Già, perché se dalla sua parte la Roma considera troppo alta la valutazione, la presa di posizione del giocatore potrebbe giovare ad entrambe le parti. Rifiutando il rinnovo, Digne metterebbe il Psg in una condizione difficile, considerando l’ipotesi di richiamare in casa un giocatore scontento (e che a Parigi partirebbe come riserva di Kurzawa) e prossimo alla svalutazione ad un anno dalla scadenza del contratto. Per il momento Sabatini lascerà scivolare ancora la cosa, forte delle intenzioni di Digne e dei buoni rapporti con la dirigenza francese con cui discuterà presto sulla possibilità di rinnovare l’accordo del prestito anche per la prossima stagione.

D’altronde il buon impatto in Serie A del ventiduenne, voluto fortemente anche da Garcia, è proseguito senza intoppi (anzi in ulteriore crescita), soprattutto dopo l’arrivo di Luciano Spalletti, convinto di poter lavorare ancora sugli ampi margini di miglioramento del ragazzo. Intanto è arrivata la convocazione all’Europeo con la maglia dei Blues, guadagnata sul campo grazie all’ottimo inserimento nella città e nello spogliatoio romanista. Fattori che lo hanno lanciato nel mettersi di traverso con il club che è ancora proprietario del suo cartellino, in attesa che il diesse giallorosso compia una nuova mossa. Magari proponendo al Psg il rinnovo del prestito con un obbligo di riscatto a cifre inferiori nel giugno del 2017.

Nel frattempo le scadenze si avvicinano, così come l’ipotesi di dover registrare la cessione di uno dei big per sistemare i bilanci e rispettare gli obblighi del fair play finanziario. Il piano prioritario però continua a far leva sugli esuberi (Iturbe, Doumbia, Ljajic) e su chi probabilmente non verrà inserito nei programmi della prossima stagione (Sanabria, Iago Falque).

Una missione difficile per Sabatini, (tra oggi e domani riprenderà il proprio lavoro dopo essersi sottoposto ad un controllo fisico di routine) a meno che l’addio non venga condiviso anche da chi ha cominciato a guardarsi intorno. L’ultimo ad utilizzare la formula magica è stato Rudiger, tornato a parlare ieri dal ritiro della nazionale tedesca: «Sono felice a Roma e vivo bene in questa città, ma nel calcio non si sa mai cosa può succedere. Magari il club ha un’altra idea o magari succederà qualcosa dopo l’Europeo». Il Chelsea attende fiducioso. La Roma infatti non ha perso di vista le possibili alternative: oltre a Caceres, a Trigoria si monitora la situazione di Umtiti, mancino classe ’93 del Lione. Costo dell’operazione superiore ai 15 milioni.

Capitolo Pjanic: la Juventus non è al momento disposta a raggiungere la clausola da 38 milioni (valida fino alla metà di agosto), ma continua con il pressing sul giocatore, che ha aperto le porte verso le offerte di un ingaggio economicamente più vantaggioso.

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