(F. Ferrazza) – «Noi De Rossi a Roma non siamo troppo sponsorizzati». Il polemico accenno di Daniele ai successi del papà, arrivava due giorni prima l’ottavo scudetto vinto dalla Primavera giallorossa, il terzo con Alberto in panchina, lui che allena i baby dalla stagione 2007/08. Un trionfo contro la Juventus di Grosso, ai calci di rigore (7-6), all’interno del Mapei Stadium di Reggio Emilia, invaso dai tifosi della Curva Sud. «La semifinale con l’Inter e la sfida con la Juve sono state gare epiche- spiega Alberto- adesso ci godiamo questo successo, ma tra quattro giorni dovremo essere pronti per preparare la nuova stagione, perché il nostro vero successo è quello di tirare fuori e formare altri ragazzi per il settore giovanile». D’altra parte i De Rossi sono così: poco sponsorizzati, ma professionali fino alla maniacalità, costretti al distacco dalle cattiverie che negli anni gli sono state cucite addosso. «Non sarei all’altezza di salire di livello, mi sento a mio agio in questo ruolo». Ruolo che negli anni si diceva bloccasse la crescita degli altri allenatori delle giovanili (vedi tutte le polemiche con Stramaccioni), ma che sembra sposarsi alla perfezione con l’utilizzo fatto da Sabatini della Primavera, considerata un po’ un parcheggio di lusso nel quale testare i giovani presi in giro per il mondo. La finale con la Juventus non ha potuto vedere tra i protagonisti i talenti Sadiq e Nura (il primo squalificato, il secondo infortunato), pronti a essere inseriti nella rosa di prima squadra stabilmente. Assente anche Tumminello (per lui sei giornate di squalifica per la testata all’arbitro nella semifinale con l’Inter), De Rossi schiera l’albanese Ndoj e l’attaccante romano Soleri, classe ’97, destinato alla serie B. Come detto la Roma conquista lo scudetto ai rigori, al termine di una gara che i bianconeri avevano sbloccato proprio con un rigore, e che i ragazzi di De Rossi sono riusciti a raddrizzare nella ripresa con Ezequiel Ponce, stellina diciannovenne argentina, al suo terzo gol consecutivo nella final eight. Ma non sarebbe un Roma- Juve che si rispetti se non ci fosse almeno un episodio arbitrale dubbio. E così, come da tradizione, sono i giallorossi a protestare con veemenza, a un minuto dal fischio finale dei tempi regolamentari, per una rete regolare di un paio di metri annullata per fuorigioco a Spinozzi, entrato al posto di Ndoj. Protagonista nei supplementari Lorenzo Di Livio, trequartista figlio del più famoso Angelo, vicinissimo al gol, mentre ai calci di rigore alza la testa il diciottenne portiere giallorosso Crisanto, che para ben due tiri dal dischetto. In tribuna, ad applaudire l’impresa, Spalletti, che porterà alcuni di questi ragazzi in ritiro a Pinzolo. E poi gli stati generali romanisti: Baldissoni, Conti, Massara e Balzaretti.