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IL MESSAGGERO L’ItalRoma di Conte annulla il derby

De Rossi
De Rossi

(A. Angeloni)Da Marchetti a Parolo fino a De Rossi; da chi non giocherà (forse) mai a chi è tra gli inamovibili. Ma tu chiamala se vuoi, l’ItalRoma, dove per Roma si intende la città che di solito ospita due anime diverse, ovvero laziali e romanisti, ma che stavolta è il centro dell’identità azzurra. Antonio Conte conosce l’importanza dei suoi ragazzi, che ha scelto e coccolati (per modo di dire) e capisce pure che non bisogna abbandonare chi sulla carta ha un ruolo marginale, cioè il terzo portiere, cioè Federico Marchetti, cioè uno dei rappresentanti di Roma. Il ct non ha raggiunto i livelli di Spalletti, il quale una volta definì Julio Sergio «il miglior terzo portiere del mondo», ma parlando di Federico ne ha esaltato l’utilità e la professionalità definendolo «un bravo portiere e in più è in ottime condizioni».L’ItalRoma, quindi, è anche Marchetti è vero, ma è molto di più. Nei numeri (6 in tutto, tre della Roma e tre della Lazio) e nella qualità. Nell’Italia di Francia, insomma, non c’è solo il blocco Juve e soprattutto il derby della Capitale per ora va in ferie. Mettiamoci pure che siamo vicino alla romana Provenza e capiamo che tutto questo emana un profumo di casa.

SALE ELSHA Nel suo 3-3-4 o 3-5-2, il compito degli esterni diventa vitale. Conte, dopo il lavoro di queste settimane e le due amichevoli con Scozia e Finlandia, si è convinto che la sua Italia possa utilizzare le due ali offensive e non solo (o non più troppo) i terzini, o almeno un solo esterno basso (Darmian e/o De Sciglio). Ed ecco i romani in suo soccorso: a destra Candreva, a sinistra El Shaarawy.La gamba e l’estro di Stephan più la classe e la potenza di Antonio consentiranno al ct di osare ma con la testa, anche perché la vena degli attaccanti dell’Italia, per ora, è ai minimi. Florenzi diventa jolly pure in azzurro, oltre che nella Roma: in questa idea di calcio potrà, come contro la Finlandia, sostituire uno dei due attaccanti esterni oppure essere uno dei centrocampisti che, secondo Conte, avrà il compito di cercare gli inserimenti. Quindi Ale diventa buono per il 4-2-4, il 3-3-4 o, come di consueto, da intermedio nel 3-5-2.

LA MEDIANA AL SICURO Parolo parla come un leader. Modesto, compassato, sicuro di se stesso e del suo lavoro, lo abbiamo ascoltato a Coverciano, quando ha parlato della «voglia di sorprendere» e dell’esigenza di far «ricredere gli scettici». A Conte piace la sua determinazione, il suo senso di squadra: al Mondiale del 2014 era partito con gli stessi propositi ma poi lui, insieme con tutti, è affondato nell’Oceano. Stavolta, i presupposti sono diversi, nell’Italia di Conte ci sono grandi umili e poche belle donne che se la tirano. Parolo è l’esponente principale della classe operaia e, di partite ne giocherà, perché pure lui va bene per qualsiasi modulo e stagione. E infine De Rossi, ultimo ma non ultimo, come si dice in questi casi. Daniele è l’affidabile per definizione. Il suo stato di forma ha reso Motta un caso. Ovvio, non è certo colpa sua, anche perché il romanista è stato uno dei primi a difendere il compagno dal pubblico accanimento. De Rossi al momento è in vantaggio su Thiago e contro il Belgio è molto probabile che il titolare sia proprio lui. Capiterà pure che, cinque romani su sei saranno in campo contemporaneamente, magari in corso d’opera. Noi ci scommettiamo.

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