(A. Austini) – Il bambino è già diventato grande. Lamela, 20 anni da compiere, ci ha messo otto minuti a segnare il suo primo con la Roma e tre mesi per diventare un titolare indiscutibile. Ieri un altro passo in avanti con la prima doppietta in carriera: il piccolo Erik risolto una partita complicata con l’aiuto del veterano Totti («Una grande soddisfazione,ai quarti c’è la Juve ma adesso pensiamo al Catania». «È un onore – ammette l’argentino – giocare accanto a Francesco: è un grande campione». Lui ha tutto per diventarlo ma dimostra di non avere fretta. È stata una bella partita che abbiamo vinto e sono contento. Cerco sempre di fare la mia parte nel miglior modo possibile». Erik è un ragazzo che non nasconde i sentimenti. «Il cuore che ho mostrato dopo il gol è una dedica alla mia ragazza. Osvaldo? È un compagno e gli voglio bene». Luis Enrique si coltiva Lamela e cerca di non esaltarlo. «Era il frutto dell’estate – scherza lo spagnolo – e ora è un giocatore. Ha concluso molto bene due azioni ma sono due passaggi di Totti, senza dimenticare il recupero di Borini sul secondo gol. Anche Bojan ha giocato bene». Dal 3-0 di Firenze a quello di ieri per la Roma è tutta un’altra musica. «C’è un lavoro dietro – spiega l’allenatore – da parte dei calciatori, noi tecnici e la società. Questo gioco lo prepariamo lavorando in settimana, non viene per caso. Quando era una “merda” la colpa era dello staff, ora invece il merito è dei giocatori». L’«umile» Luis Enrique pensa alla prossima rivincita. «C’è una partita diversa da tutte le altre, ma è meglio non dire niente…». Reja ha ricevuto il messaggio. Ma c’è tempo. «Sono soddisfatto, soprattutto per il risultato e ora pensiamo al Catania. È un buon momento per noi, c’è anche quel pizzico di fortuna che non guasta. All’inizio solo per caso non abbiamo subito gol». Se fosse accaduto il contrario, il processo alle scelte dell’allenatore sarebbe ripartito con fragore. «Non ascoltavo le critiche prima e non lo faccio adesso. È normale, vivo nel calcio da tanto tempo e ho già visto di tutto. Viviani per me ha fatto una buona partita in un ruolo non suo, volevo vederlo anche da interno. Diventerà un calciatore importante. Cicinho fa quello che io voglio da un terzino, l’ho tolto solo perché era stanco». La mezzora finale di Borini gli dà ragione sul mercato. «Non bisogna prendere un attaccante perché manca Osvaldo non è questa la strada e la società lo sa. Abbiamo una bella rosa, ci sono i Primavera, poi è giusto pensare sempre a rinforzarsi ma senza fretta». Un tecnico proiettato nel futuro, vedi le istruzioni date a Perrotta con l’Ipad.«Studiamo le strategia utilizzando ogni tecnologia che può aiutare i giocatori. Siamo nel 21esimo secolo…». Non tutti se ne sono accorti.