(M. Ferretti) – Luciano Spalletti è un bravo allenatore. Anzi, un ottimo allenatore se paragonato a tanti colleghi-bluff che si sono esibiti agli Europei. Nonostante questo, però, non gli si possono chiedere miracoli. Lui, nel gennaio scorso, ha preso in mano un gruppo di giocatori allo sbando e l’ha trasformato in una squadra vera, con tante qualità sia tattiche che psicologiche. Ma per fare una Roma realmente ambiziosa, servono i giocatori forti e/o adattabili alle idee del tecnico. Un allenatore ci può mettere del suo, può trasformare l’ottone in oro, ma senza giocatori di valore gli obiettivi diventano per forza di cose limitati. Continuare, ad esempio, a puntare con fiducia sulle qualità del tecnico per il recupero di qualche esubero («A X ci pensa Lucio», «Y lo sistema Spalletti», «Z lo rilancia l’allenatore») è giusto, a patto però che arrivino anche rinforzi reali. E la Roma, a pochi giorni dal raduno, sotto questo aspetto è ancora indietro. Sperare che Spalletti segni o salvi 20 gol stando in panchina è un’utopia.