Nel 2012 Nacho era ancora in Segunda B, la terza divisione spagnola e come capitano del Castilla portò il «filial» del Real in Segunda, una promozione bella e complicata. Da quel momento è passato in prima squadra, dove aveva già debuttato con Mourinho in un clamoroso 6-3 del Madrid a Mestalla. Nel 2012 Nacho aveva già 22 anni. In queste 4 stagioni con Mou, Ancelotti, Benitez e Zidane ha giocato sempre di più, sfruttando soprattutto le grandi doti di adattamento: nasce come centrale destro ma può giocare perfettamente anche come terzino su entrambe le fasce. Per questo può far molto comodo alla Roma.
In Liga è passato da 6, 8 e 5 presenze da titolare alle 12 di quest’anno, tra Rafa e Zizou. Con Benitez sono arrivate anche 4 presenze da titolare nelle 6 gare del girone di Champions, con un gol al Psg. Però quella dell’8 dicembre nell’8-0 al Malmoe è stata la sua ultima presenza nella Champions che ha portato al Madrid la Undécima: con Zizou nemmeno 1’tra ottavi, quarti, semi e finale. Nacho resta il quarto centrale dopo Ramos, Pepe e Varane, il terzo laterale destro dopo Carvajal e Danilo, il secondo a sinistra dietro a Marcelo. Per questo ha deciso di cambiare aria. Magari facendo bene in terre lontane al Real si accorgeranno di lui. In fondo è già successo ad Arbeloa e Carvajal, difensori e canterani costretti all’emigrazione prima di trovare la gloria al complicato Bernabeu.