(A. Pugliese) – C’è un piccolo tesoretto che la Roma è riuscita ad accumulare e che può avere un peso importante come risparmio sul monte ingaggi totale, soprattutto con vista sul fair play finanziario. Un tesoretto che vale più o meno un risparmio di 32,5 milioni di euro lordi, quelli che la Roma è riuscita ad abbassare fino ad oggi nel computo totale tra le dismissioni (cessioni o giocatori andati a scadenza) e gli ingressi (acquisti di giocatori nuovi).
TRA PARTENZE ED ARRIVI – La premessa è che il calcolo viene fatto al lordo perché il risparmio sul monte ingaggi è comprensivo della tassazione e che il calcolo stesso non prende in considerazione i bonus, ma è relativo esclusivamente alla base fissa dello stipendio. Rispetto alla scorsa stagione, da questo punto di vista sono andati via alcuni giocatori che guadagnavano tanto come Pjanic (3,2 netti) e Doumbia (3), ma anche Castan (2,6, anche se la Roma contribuisce all’ingaggio della Sampdoria con circa 500mila euro), Digne (2,5) e Ljajic (1,8). A gennaio, poi, aveva già fatto le valigie Cole (2,3), a cui quest’estate si sono aggiunti alcuni giocatori il cui contratto è scaduto e non è stato rinnovato: De Sanctis e Maicon (1,5 per entrambi), Keita e Uçan (1 per tutti e due). Poi le cessioni di Iago Falque e Zukanovic (guadagnavano entrambi 1,2) e quella di Sanabria (0,5), a cui aggiungere la situazione di Szczesny, dove la Roma lo scorso anno pagava uno solo dei tre milioni d’ingaggio del portiere polacco. A fronte dei quali, invece, sono arrivati in giallorosso Juan Jesus (2,2), Alisson (1,6), Gerson (1,2), Mario Rui(0,9) e il giovane Seck (0,2).
IL RISPARMIO – In totale, dunque, la Roma ha abbassato il monte ingaggi al netto di 24,3 milioni di euro, a fronte di entrate per 6,1 milioni, con un saldo complessivo di 18,2 milioni di euro di risparmi. Questo al netto, che al lordo vuol dire proprio 33,4 milioni di euro in meno sul totale giallorosso, anche se poi bisogna prendere in considerazione proprio quei 500 mila euro di contribuzione per Castan (poco meno del 20%), che abbassa il risparmio al lordo di un po’, facendolo scendere a 32,5 milioni. Sostanzialmente il costo di Pjanic, pagato dalla Juventus 32 milioni di euro. Ecco, conti alla mano si può dire che con le operazioni di questo calciomercato la Roma si è regalata un Pjanic in più per il futuro, almeno dal punto di vista contabile. Considerando che nel 2018 il club dovrà raggiungere il break even point (il punto di pareggio) secondo i patti stilati con l’Uefa per il fair play finanziario, è un buon punto di partenza anche per i conti della prossima stagione. Aspettando, però, i nuovi acquisti, quelli che cambieranno un po’ le carte in tavola…