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IL MESSAGGERO Che Roma che fa

 

Federico Fazio
Federico Fazio

(S. Carina) «Compreremo senza fretta». L’avanti adagio di Spalletti contrasta con il countdown del preliminare di Champions che venerdì vedrà la Roma conoscere l’avversario per accedere alla massima competizione europea. Due gare che rappresentano «il momento più importante della stagione in termini di prestigio e considerando l’impatto che avrebbe la partecipazione sulle casse del club» (Baldissoni, 22 luglio). Spalletti vuole arrivarci con 7-8 difensori. Senza contare gli infortunati Mario Rui e Ruediger, al momento in rosa ne manca uno visto che sono 7 ma Gyomber è pronto a partire (lo aspetta il Pescara): Manolas, Juan Jesus, Torosidis, Emerson Palmieri, Gyomber, il jolly Florenzi (tornato per mancanza d’interpreti a fare il terzino) e la new entry Fazio.

LOS DOS AMIGOS – Due stagioni da dimenticare al Tottenham e una parentesi (di ritorno) non fortunata al Siviglia dove ha giocato 6 gare da gennaio a giugno. A leggere gli ultimi 24 mesi di Fazio, sbarcato ieri sera a Roma (oggi visite mediche e firma), non c’è da fare i salti di gioia. Ma l’argentino nella sua carriera è stato anche altro. Sino al trasferimento in Premier (arrivato nell’agosto del 2014: 10 milioni al Siviglia), Fazio era considerato un centrale difensivo di affidamento. Alto 195 centimetri ha sempre fatto del gioco aereo, dell’anticipo e della posizione (che compensa l’inevitabile lentezza) i suoi punti di forza. Per Spalletti, però, potrebbe diventare l’uomo giusto per il modulo “tre e mezzo” coniato col Frosinone e riproposto con la Sampdoria tra gennaio e febbraio («L’idea è girare palla a tre e difendere a quattro perché El Shaarawy attacca il terzino avversario e Zukanovic chiude in fascia. Dovrebbe essere una cosa normale», disse Lucio il 30 gennaio). Con Fazio in campo, infatti, la manovra potrebbe trovare una nuova fonte di gioco senza dover abbassare per forza un centrocampista, essenziale nell’affrontare squadre che si difendono ad oltranza e vanno a pressare con insistenza i portatori di palla in mediana. A Pasqua era già stato a Roma, ospite di Perotti (che aveva postato la foto sui social: visita sevillana per Roma, grazie!) del quale è amico dai tempi del Siviglia. Ora ci torna, per restarci.

SPRINT BELGA – Fazio però non basta. E nell’ennesimo viaggio milanese di Sabatini, inevitabile siano tornati a circolare nomi di altri difensori. La rincorsa della Roma sembra ormai orientata su tre profili: Vermaelen (il preferito dal ds), Nacho e Kolasinac. I primi due hanno anche il gradimento di Spalletti mentre il bosniaco ha dalla sua il contratto in scadenza a giugno del 2017 e un costo sicuramente inferiore rispetto al belga e allo spagnolo. Vermaelen, sponsorizzato da Nainggolan durante gli Europei, permetterebbe a Juan Jesus di allargarsi a sinistra e di alternarsi con Emerson Palmieri per supplire così all’assenza di Mario Rui. Ed è proprio sul belga che nelle ultime ore la Roma è tornata a focalizzare l’attenzione. Sabatini sta cercando di limare la richiesta del Barcellona (15 milioni) considerando che il difensore è fuori dai piani di Luis Enrique. In parallelo l’intermediario che si è occupato della trattativa Roma-Arsenal per Szczesny (a proposito, possibile nuovo ritardo del polacco: arrivo slittato a domani) sta provando a riaprire il discorso Nacho col Real Madrid. La sensazione è che i costi fossero simili, il ds propenderebbe senza dubbi su Vermaelen. Intanto c’è da registrare la brusca frenata del Napoli su Diawara, dovuta all’irrigidimento di Sarri nel privarsi di Valdifiori. Stop che fa il gioco di Sabatini che rimane alla finestra non considerando in questo momento il guineano una priorità. Ziyech (Twente) ha rifiutato i milioni dell’Al Jazira: aspetta la Roma. Ponce va in prestito al Granada mentre Machin e Casasola sono ad un passo dal Trapani. Il portiere Stergiakis (classe ‘99 dello Slavia Sofia) in prova a Trigoria.

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