(A. Angeloni) Il campionato degli allenatori ancor più che dei campioni. Max Allegri è il mostro da inseguire, con quella squadra che si ritrova. Tecnico intelligente, con poche idee ma molto ben definite. La Juve è una garanzia, anche per via della sua guida. Roma e il resto del gruppetto sono indietro ma con la guida al loro posto, ben salda. E’ il vantaggio che nella Roma dello scorso anno era invece l’handicap, perché Garcia era il tecnico sfiduciato e lo sapevano tutti. Proprio dopo la partenza di Rudi, non a caso, la Roma ha cominciato a volare ma ormai era troppo tardi. Spalletti è tecnico capace e aperto, quest’anno ha cercato di costruire una Roma a sua immagine: ha fatto praticamente lui il mercato e questa è la grande differenza rispetto alle precedenti annate, quando Sabatini non è stato un semplice e bravo esecutore ma un artefice in tutti i sensi degli arrivi e della partenze. Se Giorgio Chiellini ha dichiarato che con «Spalletti la Roma ha svoltato» un motivo ci sarà. E il motivo è che i giallorossi con Lucio sono al sicuro. La Roma è diventata una squadra logica, ora c’è anche un terzino destro, un ruolo sempre molto spesso scoperto dalla decadenza di Maicon in giù. Il gap con la Juventus non si è ridotto granché ma un anno in più con lo stesso allenatore e con una squadra costruita per lui potrà aiutare a diminuire lo svantaggio e rendere il prossimo campionato un po’ più appetibile. Poi c’è Sarri che un po’ ricalca il percorso di Spalletti, anche se il napoletano ha cominciato con sei mesi di anticipo. La grande incognita del Napoli è solo il vuoto lasciato da Higuain e qui dovrà essere bravo proprio l’allenatore a renderlo meno vuoto possibile. Sembrerà starno a dirsi ma una squadra più è organizzata tatticamente e meno è destinata a sentire l’assenza di un campione seppur enorme. E il Napoli, proprio in Sarri, ha il suo fuoriclasse. L’incognita è la Champions, che come noto, spazza via energie.
LE SECONDE LINEE Sousa è atteso a una conferma a Firenze, ma la Viola appare più spenta e non sarà facile ripetere il grande campionato passato. C’è curiosità nei confronti di Montella, che si è preso la bella incognita da decriptare. Ma il Milan, si dice, è sempre il Milan: il problema è che, guardando la rosa, non si direbbe. Troppe le incognite per Vincenzino, che dalla scommessa Sampdoria ha accettato un’altra scommessa, stavolta di livello superiore. E’ il Milan del dopo Berlusconi, quindi per adesso tutto da ricostruire. De Boer ha tutto da guadagnare, passando da una sponda di Milano all’altra. L’Inter il suo mercato lo ha fatto e l’allenatore lo ha cambiato in tempo prima che il disastro si materializzasse nel bel mezzo del campionato. I primi mesi saranno facili e di attesa: nessuno starà col dito puntato su un tecnico che viene da un calcio minore ma di lui si parla un gran bene. Da dicembre in poi vedremo di che pasta sono fatti Frank e l’Inter. Si aspetta la consacrazione del bravissimo Di Francesco, il cui spessore è sotto gli occhi di tutti e segnali positivi da Simone Inzaghi, che per la storia è il sostituto di Bielsa. Mica male.