(D.Stoppini) – Quel sorriso di chi vorrebbe essere uno psicanalista per capire la Roma e invece si ritrova ad essere solo un allenatore. Luciano Spalletti e un’altra Roma dimenticabile anzi no: da approfondire per bene. «Non s’è vista la squadra che dobbiamo essere, siamo tutti rimandati, io e i giocatori», dice il tecnico. Qui non è un fatto di risultato, perché l’1-1 in fondo non è da buttar via. «Siamo andati piano, non abbiamo mai trovato ritmo, quando abbiamo provato a gestire il match l’abbiamo fatto in maniera prevedibile — ancora lui —. Ce la siamo complicata da soli, non abbiamo fatto molto per vincere. E allora bisogna tornare a parlare, ricominciare a ricercare le cose giuste, capire come alzare l’intensità della partita».
DUBBIO VERMAELEN – Il tasto è sempre quello su cui Spalletti aveva battuto nel post Sampdoria: «Bisogna fare di più e con maggiore personalità. È un fatto di pigrizia mentale, la partita va riempita e in alcuni casi è mancato il coraggio, l’intensità, la voglia, specie in mezzo al campo». Lì dove ha debuttato dal primo minuto Gerson, poi sostituito all’intervallo: «Tutto sommato non ha fatto malissimo. Ma qui non si hanno 5 partite di fila per dimostrare il proprio valore. Chi gioca di meno deve farmi vedere di voler sfruttare l’occasione». Occasione che ha nuovamente fallito Iturbe: «Un po’ di comprensione gli va data, forse l’avevo messo sotto pressione. Ma deve fare di più, s’è fatto anticipare troppe volte». A Firenze non giocherà. E rischia seriamente di non esserci anche Vermaelen: il belga ieri era in tribuna dopo che nella rifinitura di due giorni fa aveva nuovamente accusato un dolore all’adduttore.
QUI PLZEN – Tutt’altro clima nel Viktoria: «Sono soddisfatto, per noi il pari è un buon risultato», dice il tecnico Privarnik. L’autore del gol, Bakos, rafforza il concetto: «La Roma ha confermato il suo valore, per fortuna siamo riusciti a pareggiare subito dopo lo svantaggio. E nel secondo tempo avremmo potuto anche vincere».