(A. Austini) Via del Babuino, hotel de Russie, la «casa» di James Pallotta nelle sue visite romane, un salotto buono dove c’e sempre qualcuno da incontrare per l’inarrestabile Claudio Lotito. Martedì scorso, senza darsi appuntamento, i due presidenti si sono ritrovati insieme dopo cena nel posto giusto al momento giusto. «Hi Claudio», «Ciao Jimmy», ci piace immaginare che la conversazione sia cominciata cosi, tra gli sguardi divertiti dei presenti. Due tipi agli antipodi, accomunati dal pallone e dalla battuta facile, spesso polemici a distanza, ma stavolta non avevano alcun motivo per litigare. II patron romanista era reduce dall’incontro in mattinata in regione con Zingaretti e stava rientrando in albergo accompagnato dalla collaboratrice Kaitlyn Colligan, il laziale si era appena fatto lasciare al De Russie dall’autista Luca. La chiacchierata è durata lo spazio di qualche minuto, in un clima di grande cordialità «Si, abbiamo avuto una conversazione piacevole e veloce – ci conferma Pallotta via chat – Lotito era tranquillo e non c’e stata alcuna tensione». Ma in che lingua si sono parlati? In inglese, dicono. «E Claudio – assicura il rivale romanista – ha capito tutto». «Macché inglese – scherza il numero 1 laziale, raggiunto telefonicamente – ci siamo parlati in cispadano… I nostri rapporti sono positivi, con il presidente della Roma c’e sempre stata massima correttezza, sono i giornali che descrivono cose che non esistono».
Insomma. A dirla tutta i due si sono «beccati» a distanza in diverse occasioni, tra commenti velenosi sulle rispettive gestioni societarie, schermaglie calcistiche da derby e accuse di «interferenze» sul mercato. L’ultima frecciata l’ha lanciata Lotito a luglio, parlando con i giornalisti parlamentari nella buvette del Senato: «Sabatini ha chiamato Bielsa per non farlo venire alla Lazio. E’ amico suo e gli ha detto “Lotito e inaffidabile”». Immediata la replica di Pallotta su Twitter: «Lo adoro questo tipo. Mi fa sbellicare. E come essere iscritti al club della barzelletta del mese. Ma mi dispiace molto per i tifosi della Lazio che meritano di meglio». Martedì sera, invece, hanno fatto finta di niente. Stando ai racconti dei presenti, non è mancata qualche scambio di vedute sullo stadio. Pallotta è sempre più vicino a chiudere il suo conto con la burocrazia locale – il giorno dopo ha incassato anche un primo ok di massima dalla Raggi – mentre Lotito è stato fra i primi presidenti del calcio italiano a battere sul tasto dei nuovi impianti di proprietà, salvo poi chiudere in un cassetto il progetto dello «Stadio delle Aquile». Ma c’e da giurarci che tornera alla carica appena il Comune approverà il dossier giallorosso.