(M. Cecchini/C. Zucchelli) Quando arriva il momento dei saluti, la prima considerazione che viene in mente è questa: che bisogno ha di regali Francesco Totti quando si sveglia ogni mattina a fianco di Ilary Blasi? Bella, brillante, spigliata, «Iena» quanto basta per parlare senza ipocrisie e sicura come si conviene alla regina del «Grande Fratello Vip», la cui prima puntata, su Canale 5, ha tenuto svegli fino a tardi 3.844.000 spettatori, facendo registrare il 21,67% di share. Abbigliamento casual, borsa trendy e occhi azzurri da urlo, la moglie del capitano della Roma si prepara al 40° compleanno di Francesco – in calendario domani – oscillando tra la preparazione della seconda puntata (in onda stasera) e la sorpresa che vuole riservare per la grande festa di suo marito. Insomma, sono giorni caldi.
Ilary, ha preparato il regalo?
«Macché, ancora non so che cosa comperargli. Ogni anno è una tragedia. Magari je faccio la busta coi soldi… (ride, ndr). Innanzitutto si ritroverà questa intervista sulla Gazzetta. Lui non sa niente e io non glielo dico. Mi raccomando, scrivete che è tutta farina del mio sacco».
Magari Francesco starà pensando che lei ha in testa solo il GF.
«Per fortuna che i commenti alla prima puntata sono stati tutti positivi. Penso che nella mia vita ci sarà un prima e un dopo GF. Prima della trasmissione Alessia Marcuzzi mi ha scritto: “In bocca al lupo, qualsiasi cosa ci sono”; io le ho risposto: “Solo tu puoi capirmi…”. Con le passate conduttrici non c’è rivalità, ognuna ha il suo stile. Ad esempio, io non sono social. Non sono appassionata di queste cose, di me sapete poco».
A proposito di vita privata, ha seguito il caso delle foto rubate a Diletta Leotta?
«Poverina, mi fa tenerezza. Il telefono è una cosa privata, lei potrebbe avere tutto ciò che vuole, sono cavoli suoi. Non è stato giusto, è una grave invasione della privacy, non ha nessuna colpa. Secondo me ognuno con il corpo e il cellulare può fare ciò che vuole. In fondo tutti abbiamo segreti. Può essere una foto, un messaggio, ma fa parte dell’intimità. I commenti acidi? Non so se la gente sia cattiva, forse è solo annoiata e sfoga la rabbia così».
L’attenzione sui famosi è inevitabile: le danno fastidio i riflettori su suo figlio Cristian come calciatore?
«Sì, mi scoccia. Non è giusto caricare un bambino di aspettative. Per lui il calcio è un gioco e si deve solo divertire. Paga solo il cognome. Se ne avesse avuto un altro, non se lo filava nessuno».
Isabel ha pochi mesi, Cristian sogna il calcio: e Chanel?
«Lei dice la veterinaria. Casa nostra è uno zoo: abbiamo un cane, due gatti, un coniglietto, ora arrivano le tartarughe, nel periodo estivo i pappagalli. Insomma, mia figlia è la Brigitte Bardot dell’Eur».
In casa hanno visto la prima puntata?
«Certo, pure Francesco, anche se, vista l’ora, stava con un occhio chiuso e un occhio aperto. Ma si è divertito, si è emozionato. Chi ti è vicino, d’altronde, vive in maniera diversa la cosa. C’è una carica emotiva che dura mesi e si condivide».
Ecco, lei ha sposato un ragazzo e ora si ritrova a fianco un quarantenne: in cosa è cambiato Totti?
«È normale che ci si evolva. Siamo cresciuti insieme. Adesso per lui si sta per chiudere un ciclo, siamo giunti quasi al capolinea. Non solo perché finisce di giocare al calcio – se non è questa stagione, sarà la prossima – ma perché dovrà iniziare un’altra vita. Certo, quella adrenalina lì sarà difficile ritrovarla».
Teme che possa deprimersi?
«Se va in depressione uno come lui, “je meno”. Se l’è goduta abbastanza. Francesco in questi anni ha pensato solo a giocare, adesso deve prendere in mano le redini di ciò che si è creato. È più consapevole che sta per cominciare la vita da grandi. I calciatori sono sempre tutelati, coccolati. Ora le cose cambieranno, e paradossalmente si godrà di più le giornate, anche perché fa tanti sacrifici».
Ora è tempo che studi l’inglese?
«Dovremmo farlo tutti e due. I bambini lo parlano perfettamente e io un po’ meglio di Francesco, ma non è che ci vuole molto…».
Ha mai pensato che fra vent’anni in casa potrebbe essere lei la più famosa?
«No, mai. Io per tutti resto la moglie di Totti, ma va bene così, non è difficile per niente. Io faccio il mio lavoro perché mi piace, non per essere riconosciuta dalla gente. Certo, anche io parlo di Maradona come fenomeno anche se faccio fatica a ricordarlo, e così Francesco sarà più caro a chi l’ha visto; inevitabilmente le future generazioni lo conosceranno meno».
Da moglie, però, quanto ha sofferto del fatto che solo sei mesi fa tanti tifosi della Roma avrebbero voluto che si ritirasse?
«Dico la verità, non mi sono mai lasciata scalfire da quello che dicono gli altri, altrimenti sarei morta dopo un anno che stavo con lui. Per la gente sono la più grande cornuta d’Italia… Per questo non credo che Francesco debba dimostrare ancora qualcosa. Evidentemente lui è un predestinato: era destino che facesse cambiare idea a tutti».
Che cosa ha provato quel 21 febbraio in cui lo ha visto tornare a casa dopo essere stato mandato via da Trigoria prima della partita col Palermo?
«Io di calcio non capisco nulla, ma è stato surreale. Fantascienza, non ci potevo credere. È stato cacciato da casa sua, scrivetelo. Questa cosa non si fa. Io non lo avrei mai fatto, non mi sarei mai permessa una cosa del genere. Appena tornò gli dissi: “Stasera si va allo stadio, dobbiamo essere là”. L’ovazione? In quei momenti i tifosi c’erano, non lo hanno abbandonato».
Lei ha detto che Spalletti assomiglia a Signorini, e il giornalista non è stato felice del paragone: sono proprio così simili?
«Ma è una somiglianza estetica: sono pelati. E tra l’altro in trasmissione il ruolo si capovolge: “Spalletti” in questo caso sta seduto, a stare in piedi sono io».
Secondo lei, perché l’allenatore a volte non è stato tenero nelle dichiarazioni con Francesco?
«Le scelte calcistiche sono opinabili ma non si discutono, di quello non mi impiccio, però forse avrei qualcosa da ridire a livello umano, sulla persona. Nell’intervista alla Rai, che fece tanto scalpore, si capiva che Francesco chiedeva solo rispetto, ed era giusto. In quel momento non glielo stavano dando. Francesco non è uno polemico, lui parla quando tocca la palla. A casa, ad esempio, non “porta” niente, ma da febbraio a maggio la cosa era talmente grossa… Era un momento delicato, non si fa così. Non ha mai chiesto di giocare, si è sempre messo seduto con umiltà ad aspettare. Non critico la scelta tecnica, critico il comportamento umano, e Spalletti è stato un uomo piccolo. Punto. È la verità. Lui a parole ha detto anche delle cose stupende, ma a parole. Invece lo subisce. In un momento così difficile nella vita di un ragazzo che sta attraversando un passaggio importante, c’è modo e modo per comportarsi. È giusto proiettarsi nel futuro e provare a far grandi cose anche senza di lui, ma mi sembra che alla Roma rimanga ancora difficile… Io glielo auguro. Certo che si poteva essere più delicati e Spalletti sicuramente non lo è stato, non l’ha saputo guidare in un percorso umano. Io le persone le giudico anche da questo. Quindi voto basso, molto basso».
Onestamente, anche Pallotta non fu tenero quando disse: «Il corpo non fa più quello che gli dice la mente».
«Famme sta’ zitta, se no succede un casino… Mi verrebbe da dirgli: “Però anche la mente deve ragiona’ prima de parla’…”. Con i Sensi aveva un altro tipo di rapporto, era un figlioccio, ma quella era una conduzione più familiare, mentre questa più imprenditoriale».
Vede pronto Francesco a giocare fino al 2018?
«È una cosa che deve sentire lui. Se non fosse più a proprio agio, sarebbe il primo a deporre l’ascia di guerra. È intelligente. Anno più anno meno, ci siamo».
Se alla Roma trovasse la porta chiusa e volesse andare all’estero, lei ci andrebbe?
«Certo, io lo seguo. Usa o Arabia, è uguale, tanto sarebbe per poco tempo».
Lei lo immagina allenatore? Prima diceva di no, adesso è più possibilista.
«Come dire, non ci vuole tutta ‘sta scienza… Voi giornalisti di calcio mi fate sorridere. Avete un’omertà pazzesca: tutti vorrebbero parlare, ma nessuno lo fa. Secondo me alcune volte ci vuole anche un po’ di sincerità, no? Comunque anche a me lui diceva di non essere interessato. Ci vuole pelo sullo stomaco, ma si cresce, i gusti cambiano. Figuratevi che prima non gli piacevano i broccoli e adesso sì… Certo, resta goloso e appena può magari si mangia un gelato, ma quando l’ho conosciuto, a 24 anni, tutti i giorni si mangiava una schifezza, adesso è ovvio che non lo può più fare».
A proposito del suo carattere tosto, che si vede anche nella conduzione del GF, c’è una battuta che gira su social: «Ecco perché Totti vuole giocare fino a 40 anni». Ma in casa comanda lei?
«No, macché. Non comanda nessuno. Nel GF stiamo facendo un gioco, e poi vengo dalla palestra delle “Iene” e mi sono fortificata. Sono un po’ iena anche io, mi ci hanno fatta diventare. A proposito, ricominceremo da ottobre e mi dividerò tra Roma e Milano».
Un altro tweet diceva: «Finisce Francesco e comincia Ilary».
«Sono le coincidenze della vita. Il suo lavoro inizia da giovanissimo e finisce da giovane, il mio comincia che si è un po’ più grandi, occorre esperienza, c’è bisogno di un percorso».
Francesco lo farebbe mai il GF?
«No, è troppo timido. Chi fa tv ha un grande ego, si mette in gioco, lui è più riservato».
Adesso che con i Cinque Stelle va di moda la politica in streaming, vede connessione fra politica e spettacolo?
«Sì, fanno ridere tutti e due… Sarebbe curioso vedere i nostri politici rinchiusi in una casa, ma non credo che accetterebbero mai».
Se il sesso fosse sport, nel suo GF chi sarebbe un fuoriclasse?
«Secondo me Bosco (e ride, ndr). Sessualmente la vera rivelazione sarà lui, scrivetelo».
Però il rischio del trash c’è.
«Be’, noi non li controlliamo. Altri reality sono un po’ tagliati, qui invece non ci sono filtri. La possibilità del trash c’è, ma fino ad un certo punto, perché alla fine – essendo tutti personaggi – si mettono alla mercé della gente ma con dignità, hanno una reputazione da difendere. Ad esempio, sarà molto difficile vederli fare sesso, anche se sarebbe divertente. Loro sono mestieranti, conoscono i meccanismi e sanno a che cosa potrebbero andare incontro. Li possiamo spiare in ogni momento e ci piace, perché fondamentalmente siamo tutti un po’ impiccioni».
Visto chi è suo marito, la salutiamo cercando un paragone. Ogni conduzione ha uno stile diverso, ma se si potesse paragonare a un calciatore, il suo GF a chi si ispirerebbe?
«Resto fedele tutta la vita: a un numero 10, un GF pieno di classe e grandi giocate». Parola di Ilary, lady Totti. Una che se ne intende.