(F. Balzani) Infrangere il tabù San Paolo, vincere la prima partita in trasferta e soprattutto superare il provino da candidata anti-Juve per lo scudetto. Quella del San Paolo di sabato pomeriggio è il vero punto di svolta della stagione della Roma fin qui in bilico tra i successi all’Olimpico e le difficoltà fuori le mura amiche che hanno portato a un pareggio e due sconfitte. Un limite enorme per una squadra che punta a tornare in Champions dal portone principale. La Roma ci proverà sul campo più difficile dove il Napoli non perde dal 31 maggio 2015 (9 le vittorie consecutive, ne basta una per superare il record di Maradona nel 1990), e dove gli azzurri vanno a segno ormai ininterrottamente da più di due anni (ultima volta a secco il 14 settembre 2014 col Chievo) mentre Totti e compagni non concludono un trasferta a porta inviolata dal 2 febbraio col Sassuolo.
Un San Paolo dove la Roma non vince dal 2011 con Luis Enrique (1-3). Poi solo amarezze: il 4-1 con Zeman che segnò la fine del rapporto col boemo, la doppia sconfitta in campionato e coppa Italia nel primo anno di Garcia in piena corsa scudetto, il 3-1 nell’anno successivo in cui il Napoli rischiò di dilagare e lo 0-0 della scorsa stagione. A complicare le cose ci sarà il tutto esaurito grazie alla mossa di De Laurentiis che ha abbassato i prezzi dei biglietti: da 40 a 25 euro le curve, da 50 a 35 i distinti. Nessun tifoso della Roma a causa del divieto di trasferta imposto dal Viminale. Sarà la prima gara del post Sabatini (si fa anche il nome di Petrachi per il futuro), l’inizio di un tour de force che vedrà i giallorossi impegnati in 7 gare nell’arco di 22 giorni. Ma sarà anche la prima gara della nuova Roma che Spalletti spera di aver scoperto contro l’Inter. La vittoria sui nerazzurri ha portato nuove certezze al tecnico che dovrà aspettare almeno 2 settimane per rivedere Rüdiger tra i convocati (ignoti i tempi di recupero di Vermaelen) e insisterà ancora col suo vecchio amore: il 4-2-3-1.
Un modulo che permette a Spalletti di giostrare meglio il turnover avendo due tra De Rossi, Paredes, Nainggolan e Florenzi da far rifiatare. Proprio l’esterno azzurro sembra finalmente aver abbandonato le catene che lo costringevano a giocare da terzino grazie al ritorno di Peres a destra e all’utilizzo di Jesus. Il belga, invece, ancora non è al top e potrebbe partire dalla panchina lasciando spazio a Perotti dietro al ritrovato Dzeko che proprio a Napoli spera di rompere il digiuno in trasferta che dura dal 13 marzo scorso a Udine.