(D.Luciani) – Una data da segnare in nero sul calendario: il 20 ottobre la Roma riesce sempre a farsi rimontare. Dopo il 4-4 col Napoli nel 2007 e il 4-4 con il Leverkusen un anno fa, è l’Austria Vienna a riprendere i giallorossi su un 3-3 fin li impensabile. Una gara in cui la Roma è in pieno controllo, ribaltata da El Shaarawy, Totti e Florenzi dopo l’iniziale vantaggio di Holzshauser. Due reti del Faraone nel primo tempo e la zampata volante del ragazzo di Vitinia su assist anti-gravitazionale del capitano. A venti minuti dalla fine i giallorossi comandano 3-1.
Un doppio vantaggio che la Roma gestisce bene per altri dieci minuti, quando Spalletti sceglie di inserire Dzeko al posto di Iturbe mentre Nainggolan sembra non averne più. Il belga viene dirottato a sinistra per raddoppiare le coperture di Juan Jesus ma non arriverà mai. E l’Austria Vienna costruisce l’incubo romanista segnando due gol nel giro di un minuto. Prokop e Kayode giustiziano l’incolpevole Alisson che davanti si ritrova una squadra con la testa già negli spogliatoi a gioire per un passaggio del turno semi-ipotecato.
E’ l’ennesima rimonta subita, difetto atavico, genetico di questi colori. Fino al gol del 3-2 c’erano applausi per tutti. Il quasi inesauribile Florenzi, le pennellate di Totti, la concretezza di El Shaarawy. La prestazione a tutto campo del giovane Gerson finalmente nel vivo della squadra, la generosità di Iturbe uscito tra gli applausi dell’Olimpico.
La Roma si riscopre debole e indifesa sulla fascia sinistra dove Juan Jesus regala palloni agli avversari – lo 0-1 nasce da un suo disimpegno meno che scolastico – e lascia praterie ai semi-sconosciuti Lucas Venuto e Ismael Tajouri. Un apparente tranquillo giovedì sera, temperatura accettabile ma gara in congelatore. Tutto si trasforma nell’ennesima lacerante delusione con difensori fermi come le sagome usate per calciare le punizioni.
Juan Jesus lascia crossare anche i tifosi della Tribuna Tevere, Dzeko non attacca il pallone e lo lascia passare, Fazio e Manolas mollano di schianto la marcatura su Prokop e Kayode. Per carità, la qualificazione è apertissima e la Roma guida il girone E ancora a braccetto con i viennesi a 5 punti, seguiti dall’Astra Giurgiu a 3 e dal Viktoria Plzen a 2, sconfitto a domicilio dai rumeni.
Sessanta secondi di follia, una capacità di suicidarsi calcisticamente senza eguali. La maledizione del 20 ottobre continua. Ora col Palermo serve una vittoria potente per ripartire e cancellare questo amarissimo pareggio.