(A.Pugliese) – «La verità è che adesso lui si sente dentro la squadra e la sente come una cosa sua. E questo gli ha permesso di tornare ad essere quel giocatore fortissimo che è». Lui è Edin Dzeko, anche ieri una spanna sopra tutti. Chi parla è invece Luciano Spalletti, il suo allenatore, uno che ha molto a cuore quel concetto lì, quello di appartenenza alla squadra. E che su Dzeko ha fatto un lavoro di fino, quasi di alta psicologia, come se avesse bisogno di restituirgli lo smoking più elegante per farlo tornare da protagonista al ballo di fine anno. E chissà quante volte gliel’ha ricordato quel concetto di squadra, di fatica, di sudore e dell’andare dentro le cose, mettendoci tutto se stesso. Ieri Dzeko ha fatto proprio così. E lo ha fatto così tanto che limitarsi a valutare la sua doppietta (la quarta stagionale) sarebbe quasi riduttivo.
LA CRESCITA – E infatti Spalletti valuta anche tutto il resto, dagli aiuti in fase difensiva alla difesa del pallone. Anche se poi per un attaccante contano soprattutto i gol e Dzeko(12 stagionali in 16 gare) si tiene stretti in particolare quelli. «Sono contento per la doppietta, ma era importante vincere perché avevamo pareggiato all’andata e in trasferta è sempre difficile portare a casa i tre punti – dice –. Negli ultimi mesi siamo cresciuti, abbiamo giocato bene e abbiamo vinto partite che in passato non avremmo mai vinto. Peccato per quella con l’Empoli, ma ora dobbiamo guardare al futuro e giocare sempre così. A partire dal Bologna».
LE EMOZIONI – Insomma, che sia tutto un altro Dzeko oramai è certificato. E basterebbe vedere i suoi sorrisi a fine partita per capire che è tutto un altro mondo. «La scorsa stagione, almeno nel mio periodo, non si sentiva partecipe delle emozioni del gruppo – chiude Spalletti – Adesso sente la squadra e la squadra lo ha aiutato molto in questo cambiamento. Poi ci sta mettendo più cattiveria, che aiuta sempre nel raggiungimento dei risultati». Il prossimo è proprio quello di tornare da protagonista al ballo di fine anno (o stagione che sia). Lo smoking è già lì, pronto per la serata di gala.