(M.Pinci) – Un destino curioso decide che a strappare il pass per i sedicesimi di Europa League sia solo la Roma. Anti Juve pure in Europa, visto che con i bianconeri è l’unica già al turno successivo. Il Napoli e la Fiorentina – dopo la figuraccia del Franchi contro il Paok – devono aspettare l’ultima, Inter e Sassuolo sono già fuori. Ma la Roma di oggi è un fascio di nervi e cattivi pensieri, come ha voluto dimostrare Spalletti a colpi di sfoghi pubblici. Così pure l’Olimpico per un’ora ha dovuto fare i conti con attacchi d’ulcera e pensieri cupi. Colpa di tale Zeman: non il tecnico boemo, che pure di mal di pancia a Pallotta ne ha fatti venire quattro anni fa, ma un attaccante dai capelli rosa che proprio con quel ciuffo un po’ così ha rovinato la serata di Alisson. Non poteva bastare però a evitare la qualificazione romanista, nemmeno a fermare il secondo attacco dell’Europa League (16 gol, 17 lo Shakhthar). Che democraticamente, dopo averne fatti 4 all’Astra e 4 all’Austria ha omaggiato con lo stesso pensiero pure il Viktoria Plzen. Uno come Thomas Müller magari si lamenterebbe del livello dell’avversario. Diego Perotti, forse più sportivo, ne ha approfittato invece per dipingere la cartolina dell’edizione del torneo: un pallonetto calciando come faceva un altro Diego, Maradona, con la gamba incrociata dietro all’altra. Dzeko, più pragmatico, ha abusato della fragilità dei modesti avversari cechi per ingrossare il bottino personale con 3 gol: 15 in 19 partite, quasi doppiando il se stesso di un anno fa.
Ma c’è una Roma che ha giocato un’altra partita, forse anche più importante, in questi giorni. Un meeting a Londra tra il dirigente ombra Franco Baldini, il consigliere di Pallotta, Alex Zecca, un intermediario inglese, David Manassa, a fare da trait d’union con l’ospite d’onore: Ramón Rodríguez Verdejo, per tutti semplicemente Monchi, oggi direttore sportivo del Sivigilia e domani, forse, della Roma. Ne hanno parlato a Londra insieme anche a un attivissimo agente italiano nella serata di mercoledì, ieri anche Pallotta ha raggiunto il Regno Unito. La notizia è che Baldini, Zecca e Monchi si erano già incontrati nel recente passato e che un altro appuntamento in agenda lo hanno messo in calendario per la prossima settimana. È lui il nome a cui Pallotta vorrebbe affidare la direzione sportiva: esautorando di fatto (dopo nemmeno un mese di lavoro) Ricky Massara, che il ruolo di ds l’ha ereditato dal suo mentore Walter Sabatini, ieri prezioso alleato (soprattutto per far quadrare i conti) di Pallotta e oggi “nemico” giurato, del presidente e del fedelissimo Zecca. Insomma, una piccola House of cards romanista.