(P. Liguori) – La memoria può diventare una condanna: se penso a quello che ho sentito e letto da mesi su Dzeko, mi viene un brivido. Anche perché molte delle meritate lodi di oggi vengono dalle stesse persone che lo definivano sbrigativamente un bidone. È il calcio, bellezza. Specialmente quello italiano , delle facili esagerazioni e denigrazioni. Talvolta anche i giudizi tecnici generali sono variabili e fumosi: la Roma a Bergamo è stata battuta, senza se e senza ma, sovrastata nel secondo tempo. Poteva anche pareggiare, senza l’errore di Paredes, ma la sostanza non cambia: non si può valutare realmente la forza della squadra di Spalletti prima della fine di dicembre. L’allenatore fa il suo mestiere e spiega che stasera la gara contro il Pescara sarà difficile, ma il problema è un altro: la Roma è stata sconfitta da Torino, Atalanta eFiorentina, che sono lì appena sotto ma, dopo il Pescara, deve incontrare Lazio, Milan e Juventus. In pratica, il suo campionato ricomincia lunedi: solo a Natale sapremo davvero quanto vale la squadra e non i singoli giocatori. Di alcuni sappiamo già che sono forti, ma la forza di una squadra non è la somma dei singoli. Oggi tocca a De Rossi, che compie 400 partite in giallorosso, guidare la carica. Un giocatore che ha dato tutto se stesso per la causa, da anni. Da sempre, anzi. Da domani, saranno davvero necessari tutti insieme, come in una sinfonia per cominciare a preparare la partita di domenica prossima in casa della Lazio.