(U. Trani) Dzeko indica la strada alla Roma anche in Italia, dopo averlo fatto in Europa. L’inseguimento alla Juve, dopo il crollo della capolista nel pomeriggio a Marassi contro il Genoa, riprende all’Olimpico con la vittoria che più sofferta non si può: 3 a 2 al Pescara in crisi (6° ko di fila), tanto per confermarsi miglior attacco del campionato con 33 reti (50 contando i 17 realizzati in Europa). Adesso i campioni d’Italia hanno solo 4 punti di vantaggio.
Spalletti, insomma, si tiene stretto il 2° posto, affiancando il Milan di Montella, e certifica l’eccellente rendimento all’Olimpico con il 10° successo di fila (il 7° in questo torneo). Ma l’ultimo, forse per aver sottovalutato sia in panchina che in campo la terzultima in classifica, è di sicuro il più stentato. La Roma, come giovedì contro il Viktoria Plzen, parte senza italiani. Gli unici a disposizione sono in panchina: i capitani De Rossi e Totti, più i primavera Crisanto, Marchizza e Soleri. Cinquina del vivaio, per tutti i gusti e le generazioni. In campo, per la prima volta dall’inizio in serie A, c’è il «giocatorino» (così battezzato testualmente da Lucio alla vigilia) Gerson. Non c’è migliore occasione di questa per pesare i suoi progressi. Fa il mediano, limitandosi al compitino come se avesse paura di sbagliare, accanto a Strootman, perché Paredes in mattinata è uscito dalla lista dei convocati per un trauma alla caviglia e De Rossi, ancora con qualche fastidio muscolare, viene risparmiato per il derby. Dzeko, prima di lasciare il segno, invita Salah a farsi perdonare per gli ultimi errori. Niente da fare: palla sul fondo. Allora ci pensa il centravanti che, in meno di 240 secondi, vorrebbe permettere ai compagni di concentrarsi esclusivamente sulla Lazio. Perotti disegna 2 assist, il primo da destra e il secondo da sinistra. I difensori di Oddo alzano bandiera bianca: Biraghi addirittura cade, Zuparic invece sbaglia a chiamare il fuorigioco. Al minuto 11 è già 2 a 0 e Dzeko torna di nuovo capocannoniere in solitudine con 12 reti (e sono 20 stagionali: 17 con la maglia giallorossa, contando le 5 in Europa League, e 3 con quella della Bosnia). Il Pescara, pur chiudendosi con il 3-5-2, non è in grado di resistere. Perde sullo 0 a 0 il centravanti Bahebek, dentro l’ex Caprari, e prova comunque a rientrare in partita. La Roma, del resto, si accontenta e abbassa il ritmo. E comincia a sbandare.
SOLITO BLACK OUT Szczesny fa la prima vera parata ad inizio ripresa, di piede in angolo su tocco ravvicinato su Pepe, e si ripeterà subito dopo su Verre, in campo per Vitturini e per il 4-3-2-1. La mossa di Oddo manda in tilt la Roma che cala pure fisicamente. Gerson, davanti alla difesa, è fragile, Emerson sbanda a sinistra e Peres non convince a destra. Il pubblico fischia, anche perché si accorge che i pericoli sono in aumento. Memushaj fa centro per il 2 a 1 e Spalletti cambia. Spazio a De Rossi, fuori Nainggolan che avrebbe fatto ancora comodo, con Gerson alzato da trequartista. Crescenzi atterra in area Perotti che trasforma il rigore concesso da Irrati: 3 a 1. Ecco Totti per Gerson. Ma Caprari riavvicina il Pescara: 3 a 2. Nel recupero Vermaelen per Salah: il marcatore in più per difendere il 2° posto e avvicinarsi alla Juve.